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PRESENTAZIONE DELLA STAGIONE 2019

 

L’11^ Festival organizzato da Agimus Venezia sarà dedicata a Theodor Wiesengrund-Adorno, il celebre pensatore tedesco di cui ricorre nel 2019 il cinquantesimo della morte.

Filosofo e sociologo della musica, musicologo e critico musicale, Adorno affianca gli interessi teorici alla composizione e alla pratica esecutiva, formandosi alla scuola di Alban Berg.

La sua ricca produzione saggistica, volta a favorire la diffusione e la conoscenza dell’arte contemporanea, ha segnato la storia della cultura del XX secolo e si rivela ancora oggi per molti aspetti straordinariamente fertile.

Il titolo del Festival (“Costellazioni”) prende spunto da una delle più importanti intuizioni di Adorno, il quale a propria volta rielabora il concetto di immagine dialettica teorizzato da Walter Benjamin. Secondo il celebre scrittore berlinese l’immagine dialettica «è ciò in cui quel che è stato si unisce fulmineamente con l’ora in una costellazione».

La capacità di connettere sincronicamente le diverse dimensioni temporali si trasforma in Adorno  in metafora del processo conoscitivo capace di schiudere almeno in parte la verità attraverso una complessa costellazione concettuale.

Tale grimaldello multidisciplinare ispira anche gli appuntamenti proposti all’interno della Stagione che proporranno alcuni dei temi e autori cari al filosofo francofortese, creando formule performative di volta in volta plasmate in relazione ai contenuti musicali e arricchite da intersezioni con altri linguaggi che spaziano da quello figurativo e teatrale a quello filosofico. 

Tra le novità di spicco segnaliamo il ciclo I Filosofi e l’amore, teatro filosofico sul tema di Eros realizzato in collaborazione con l’Ateneo Veneto, l’Accademia di Musica e Filosofia, il Dipartimento di Filosofia e Beni Culturali di Ca’ Foscari e i Conservatori “B. Marcello” e “G. Tartini” di Trieste. Docenti e dottorandi dell’università veneziana esploreranno il concetto di amore in Platone, Lucrezio, Seneca, Marsilio Ficino, Yehudah Abarbanel e Spinoza. Alla lettura di testi si intercalerà l’esecuzione di prime assolute composte da studenti dei Conservatori di Venezia e Trieste e l’esposizione di contributi figurativi ideati dal Liceo Artistico di Venezia.

A Beethoven, che Adorno poneva al vertice dell’arte compositiva, è dedicato il convegno internazionale in programma il 28 ottobre in Ateneo Veneto, e l’ampio Progetto Beethoven 2020, realizzato in collaborazione con la Scuola Grande di San Rocco, l’Archivio Vittorio Cini e la Mitteleuropa Orchestra, che prevede l’esecuzione integrale delle sonate e concerti per pianoforte affiancata a conferenze filosofiche tenute da prestigiosi intellettuali italiani. Parallelamente a Palazzo Albrizzi, sede dell’Associazione Italo Tedesca di Venezia, proseguirà il ciclo integrale dei trii e delle sonate per violino e pianoforte e violoncello e pianoforte.

L’intimismo di Palazzo Albrizzi offre inoltre il contesto più adatto per ospitare una serie di appuntamenti dal titolo Abendmusik, incontri-conferenza atti a ricreare il fervore intellettuale di casa Adorno. In questo accogliente salotto culturale sarà possibile ascoltare il settimo appuntamento dell’integrale pianistica  di Schumann, autore considerato da Adorno il diretto precursore di Berg, ciclo che ha come  protagonista il pianista e compositore Fabio Grasso.

Capolavori della letteratura liederistica e cameristica si alterneranno a rivisitazioni del repertorio operistico, grazie alla versatile formazione degli artisti, in linea con una nuova visione dell’interprete inteso come operatore culturale caldeggiata dallo stesso Adorno. 

Ricordiamo infine il progetto “Stelle, bistelle, tristelle”, ideato da Gemma Moldi, Alessandra Prato e Cecilia Vendrasco e dedicato ai piccoli allievi delle scuole elementari, con costellazioni di filastrocche ispirate alla notte, alla luna e alle stelle.

Ringraziamo tutti i sostenitori e le istituzioni che hanno reso possibile questo progetto, augurandoci che lo spirito di ricerca che lo anima possa contribuire a fare brillare, come auspicava Adorno, la stella della speranza grazie alla capacità redentrice della musica e della cultura.

 

Letizia Michielon

 

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