Stefano Maria Torchio

 

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Stefano Maria Torchio Nato a Padova nel 1984, ha intrapreso lo studio del Violino a 7 anni con S. Domoustchieva, E. Porta, S. Tchakerian e G. Furini, diplomandosi presso il Conservatorio Pollini di Padova. Successivamente ha intrapreso lo studio della Composizione con O. De Zordo e F. Crosera. Ha frequentato i corsi di Direzione d’Orchestra e Composizione con G. Gelmetti ed A. Corghi presso l’Accademia Chigiana ed attualmente frequenta il 10° anno di Composizione con G. Bonato a Padova. Completa la sua formazione con studi di Organo, sotto la guida di F. Finotti e di Musicologia presso l’Università della sua città. Ha preso parte alle Rassegne Internazionali di giovani Violinisti di Gorizia e Vittorio Veneto e a diversi Concorsi di Composizione ottenendo importanti riconoscimenti, tra cui il Concorso In Memoriam… Johannes XXIII, il Premio di Composizione del Conservatorio Pollini, nell’ambito del quale ha diretto anche suoi brani, il Concorso Internazionale di Composizione Sacra Liturgica di Faenza – Modignana, il Concorso Internazionale Casella della Chigiana, il Concorso Internazionale dell’Accademia di S. Cecilia. Ha vinto l’edizione 2009 del Concorso Anima Mundi dell’Opera Primaziale Pisana con un brano che verrà eseguito nell’ambito del Festival Anima Mundi e trasmesso su Radio3, e il Concorso Internazionale Minimusicdrama con un breve intermezzo comico su libretto di S. Cappelletto.  attivo come direttore di vari ensembles, anche giovanili, con cui ha preso parte a varie manifestazioni, tra cui i concerti di gemellaggio a Freiburg e le celebrazioni per il 500° anniversario della nascita di Palladio. Come Organista svolge regolare servizio in diverse chiese di Padova e provincia esibendosi anche su prestigiosi organi storici.

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Vortex/Vertix disegna due parabole dinamiche in parallelo. La prima si sviluppa dialetticamente sul piano del ritmo contrapponendo gesti musicali orizzontali a gesti verticali in un crescendo di tensione che progressivamente incrina l’orizzontalità, ordina con solidità i frammenti di una verticalità ancora sfaldata ed, infine, si risolve in una simmetrica distensione. La seconda parabola riguarda le altezze che complessivamente tendono ad un culmine (vertix) per poi ritornare al punto di partenza con una simmetria invertita generando così una sorta di linea a forma sinusoidale.

La forma “a sinusoide” è un’idea che penetra un po’ tutto il brano: la serie di cinque suoni generatrice del brano è anch’essa simmetrica in questa forma e ciascun suono oscilla attorno a sé stesso generando una sorta di elica (vortex). A formare questo vortice sonoro concorrono anche il timbro, che si muove tra un’emissione sostanzialmente pura e l’increspatura di note tenute, e i trapassi di suono tra gli strumenti che, nella disposizione tradizionale del quartetto d’archi, realizzano ancora un’elica con i loro interventi.

S. M. Torchio