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Giuseppe Traina ha svolto
la professione di avvocato civilista con grande passione e competenza. Chi
l’ha conosciuto in questo ruolo ha sempre detto di apprezzarne la capacità di
spiegare tutti i passi che stava compiendo e i vari riferimenti giuridici con
molta chiarezza. Aveva una personalità originale, generosa,
non passava sicuramente inosservato e la sua voce forte dava calore al
ragionamento. Ma oltre a questo aspetto
c’era quello, fondamentale, legato agli affetti famigliari e alla grande
passione per la fotografia, l’arte, la musica. Colpito all’improvviso, e
a soli 45 anni, da una malattia terribile trovò la forza per combattere e
risollevarsi dopo ogni terapia, e fu l’amore per i suoi cari, suo figlio tra
tutti, che lo aiutò ad andare avanti oltre alla grande fiducia nell’equipe
medica che lo aveva in cura nel reparto di ematologia di Venezia. Giuseppe Traina ha molto amato, e negli anni
della malattia quell’amore ha trovato un nutrimento privilegiato nella musica
che ha ascoltato fino alla fine con quello che chiamava il suo “beppod”. Negli ultimi tempi in particolare
apprezzava i quartetti di Haydn ma non c’era autore al quale non si fosse
accostato con grande passione e interesse da quando, appena adolescente,
aveva cominciato ad acquistare i primi 33 giri. E in quella dimensione
musicale, nella quale tante volte ci siamo immersi insieme, dà conforto
continuare a pensarlo e ritrovarlo finalmente libero dalla sofferenza. Gemma Moldi Mestre, 19 marzo 2014 |