Luigi Manfrin |
Luigi
Manfrin, nato a Melbourne, ha conseguito il Diploma di Composizione al
Conservatorio di Milano con il maestro Giuliano Zosi; successivamente ha
frequentato i Corsi di perfezionamento con Franco Donatoni alla Scuola Civica
di Milano, all'Accademia Chigiana di Siena – dove ha conseguito il
prestigioso Diploma d'Onore – e all'Accademia di Santa Cecilia di Roma. Nel
2004 ha partecipato in qualità di allievo effettivo al corso internazionale
estivo di composizione di Darmstadt e nel 2007 all’Atelier d’informatica
musicale dell’IRCAM presso l’ACHANTES (Metz). Le sue composizioni sono state
eseguite in prima assoluta presso rassegne internazionali di musica
contemporanea quali Milano Musica (Festival G. Kurtag -1998), Festival di
Nuove Sincronie (Milano), Gaudeamus Foundation (Amsterdam), Festival
internacional Cervantino (Messico), Circolo Baratelli (L'Aquila), Oberdan
Musica (Milano), Mantova musica contemporanea, Sociétè de Musique
Contemporaine di Losanna, in sedi quali l’Hochschule für Musik di Monaco di
Baviera, il Teatro Sibelius di Helsinki, l’Hopetoun Alpha di Aukland (Nuova
Zelanda), l’Accademia d’Ungheria di Roma, CAMeC di La Spezia, il Rive-Gauche
Concerti di Torino, il Muziek & Kunst di Amsterdam, l’Università di Aveiro
(Portogallo), il BKA di Berlino, e la Rassegna Rondò 2006 e 2009 del
Divertimento Ensemble (Milano). Nel 2002 ha conseguito la laurea in Filosofia
con una tesi dal seguente titolo: Spettromorfologia
E “Durée Réelle” La presenza di Bergson nel pensiero musicale di Gérard
Grisey. Recentemente uno studio
analitico su Tempus ex Machina di
Grisey è stato pubblicato sul De
Musica a cura del Seminario Permanente di Filosofia della
Musica. Le sue musiche sono state trasmesse da Radio3, Radio svizzera
francese, e le sue partiture sono edite da Suvini Zerboni di Milano. |
Becoming…
across the surfaces (per quartetto d’archi)
Il
brano, come suggerisce il titolo, è stato realizzato giocando sull’oscillazione
tra diversi livelli di generazione e trasformazione del suono, in base alle
risorse timbriche-strumentali del quartetto d’archi. Tali livelli possono
essere intesi acusticamente come degli strati materiali, ovverosia delle
superfici sonore incorporate variamente dai vari e specifici gesti strumentali
che di volta in volta intessano il divenire del brano, ora alternandosi tra
loro, ora accumulandosi progressivamente nel corso del tempo. Il richiamo
all’idea spaziale di “strato superficiale” si riferisce, in parte, al grado
della presenza corporea/materiale della fonte acustica nella generazione
dell’effetto prodotto; un evento sonoro, difatti, può apparentemente
svincolarsi dalla propria concreta provenienza fisica suggerendo l’immagine di
un vero e proprio “fantasma uditivo” evanescente, oppure, al contrario, esso
può portare in sé il segno della sua stessa produzione assumendo così un
carattere energicamente materiale. Tutto questo può essere attuato secondo
diverse modalità: ad esempio, attraverso le pressioni dell’arco sulla corda,
andando da un massimo in cui si avverte del rumore quasi intonato, fino ad un
minimo che riduce il suono quasi a nulla; oppure indicarando in partitura le
posizioni con cui articolare il rumore prodotto direttamente dallo sfregamento
dell’arco sullo strumento musicale. Questi “effetti di superficie”, quindi,
possono disporsi secondo molteplici gradi di materialità che richiamano i
livelli di diffusione del suono strumentale e Becoming…across the surfaces
nasce dal “movimento diagonale” che attraversa tali piani; tuttavia, tale
dispiegamento dinamico mette soprattutto in gioco le valenze
qualitative-espressive delle superfici, in conformità alla loro distinta
costituzione materiale e in quanto attraversate ossessivamente da “onde
intensive” che periodicamente ne scandiscono il ritmo interno. Il movimento
diagonale assume pertanto un senso eminentemente temporale, conducendo la
composizione verso una sorta di piano terminale, quello maggiormente aderente
ai “rumori colorati” prodotti direttamente dal contatto con la superficie
materiale degli archi, segni sonori che “timbrano” e “intensificano” la
conclusione del brano. Becoming…across the surfaces, con i suoi riferimenti
alla gestualità, alla tattilità e alla spazialità, richiama analogie con le
tecniche pittoriche e scultorie; esso nasce, invero, altresì dalle impressioni
scaturite immediatamente dalla “pittura sonora” di Emilio Vedova, dalle sue
stratificazioni materiche, dal dinamismo delle sue linee intensive e dalla
potente e furiosa tensione gestuale che agita energicamente le superfici con
segni spesso aggrovigliati e vorticosi. (L. Manfrin)