L’Azur, Hommage à Stéphane Mallarmé

 

15 giugno , Sala Tommaseo, Ateneo Venet, ore 18.00

 

Presentazione de: L’Azur, Hommage à Stéphane Mallarmé.

Intervengono Elena Bucci e Letizia Michielon

 

17 giugno, Sale Apollinee Teatro La Fenice, ore 20.00

 

L’Azur, Hommage à Stéphane Mallarmé

 

Testi di Stéphane Mallarmé interpretati da Elena Bucci

 

Musiche di:

 

Louis Karchin (New York University) :  Salut (2001), per soprano e pianoforte

Gity Razaz (Juilliard School of New York) : Apparition (2012), per flauto arpa e clarinetto , prima assoluta

Fabio Grasso (Conservatorio di Venezia): Herodiade (2012), per attrice, violoncello e pianoforte, prima assoluta

Letizia Michielon (Conservatorio di Trieste): Un coup de dés (2012), per attrice e corno di bassetto, prima assoluta

Friedrich Heinrich Kern (New York University):  Brise marine (2012), per soprano flauto arpa, prima assoluta

Louis Karchin: Sainte (2001), per voce e pianoforte

Letizia Michielon: L’Azur (2012), per attrice, soprano, flauto, clarinetto, violoncello, pianoforte e arpa, prima assoluta

 

 

Prime assolute figurative degli studenti dell’Accademia di Belle Arti  di Venezia

 

Thomas Braida, Ivana Bukovac, Emanuele Gabbiato, Cristiano Meschini, Federica Montesanto

 

 

 

 

Presentazione

“L’Azur” desidera donare forma scenica ad alcune tra le più visionarie intuizioni di Mallarmé, impegnato con l’utopia de Le Livre in un’ideale fusione dei linguaggi artistici. Lo spettacolo rappresenta una possibile drammaturgia di quest’opera folgorante, incompiuta, grazie all’intreccio tra scritti e poesie del poeta francese, rielaborati drammaturgicamente e recitati da Elena Bucci. La ricerca timbrica si arricchisce grazie all’inserimento di brani musicali appositamente commissionati che indagano il rapporto tra voce, canto e suono strumentale. Tenendo infatti conto dell’influenza esercitata da Le Livre  sul postwebernismo e la cultura americana, sono inserite all’interno dello spettacolo opere di giovani  compositori italiani e statunitensi, grazie alla preziosa collaborazione offerta dai dipartimenti di composizione della New York University e della Juilliard School di New York. Per le sottili connessioni con l’arte figurativa ci si è avvalsi del contributo offerto dai giovani studenti dell’Accademia di Belle Arti di Venezia che per l’occasione hanno realizzato in prima assoluta quattro intense opere figurative ispirate ad alcuni dei temi chiave che animano la poetica di Mallarmé: il caos, l’avventura naufragante del viaggio e la tensione metafisica.

Letizia Michielon

 

Esistono delle scritture magiche che muovono la voce, il corpo, il luogo stesso nel quale vengono pronunciate: sono le parole, le immagini, le partiture che i poeti di ogni arte hanno acchiappato qua e là e che hanno composto in un disegno vivo che continua ad esprimersi nel tempo. In un’epoca così dura e ostile, mentre vediamo finire un mondo e ancora non riusciamo a intravedere il nuovo e il futuro, l’esempio dei poeti ci aiuta a ritrovare in ogni istante la ragione dell’esistere, a rinnovare il nostro sguardo a dispetto delle gabbie dell’ abitudine e dei pregiudizi che spesso, quasi inavvertita, si erge contro la paura dei passaggi misteriosi dell’esistenza. La poesia è parola e musica, canto e movimento. E’ immagine e linguaggio.  La libertà che genera aiuta ad abbassare le barriere tra le diverse discipline e le diverse arti, che si rinnovano nel confronto e nella commistione. Questo evento di giugno non è altro che questo: il risultato di un laboratorio e di una ricerca tra arti diverse a partire dall’onda di suggestioni offerte dal poeta Mallarmé, che, attraverso molti segni, tra i quali spicca la scrittura visiva slanciata verso il suono di Un coup de dès, ci esorta a pensare la poesia come qualcosa che tutto invade e pervade, cancellando i confini.Per quanto riguarda la musica, meglio di me diranno i musicisti, io posso parlare soltanto di suono e immagini. La voce parlata in italiano è scivolata nell’ispirazione verso composizioni di musiche che a loro volta hanno ispirato lo slancio di un’attrice italiana verso sonorità francesi incastonate nella scrittura delle note. Allo stesso tempo ci è sembrato semplice e naturale  proporre anche in italiano i testi che sono alla base delle composizioni, sia per accostare sonorità diverse e affrontare la questione delle traduzioni, sia per offrire una chiave di comprensione che permettesse di accedere con più levità all’ascolto. Accanto ai testi poetici, non ci è sembrato vano riportare una sintesi delle pagine introduttive a Coup de dés, che suggeriscono pensieri importanti intorno alla critica e all’arte. Anche questa parte di pensiero entra nel laboratorio. Anche le immagini che ci arrivano dall’Accademia fanno parte di questo progetto di miscela da diverse ispirazioni. Sarebbe bello avere più tempo e spazi per arrivare a composizioni in diretta, a mescolanze più ardite...lanciamo l’idea, sperando in un futuro di laboratori di ricerca sempre più diffusi, a dispetto della crisi! Nei tempi e nei modi che abbiamo a disposizione, con tenace volontà e dedizione di chi ha voluto il progetto e mi ha invitato, abbiamo tentato davvero un Coup de dés: proviamo, con tutti gli affascinanti errori che questo comporta, a delineare un disegno composito, a tracciare punti di un disegno all’interno del quale le arti scivolino una nell’altra, in un unico slancio verso la comprensione della poesia.

Elena Bucci

 

Elena Bucci

 

Regista, attrice, autrice, ha fatto parte del nucleo storico del Teatro di Leo di Leo de Berardinis partecipando a tutti gli spettacoli. Ha lavorato con Mario Martone (Antigone, Edipo a Colono Teatro di Roma), Pappi Corsicato (La voce umana), Claudio Morganti (Riccardo III, Le regine, Biennale di Venezia). Per il lavoro con lui vince, nel 2000, il Premio Ubu come migliore attrice. Ha fondato con Marco Sgrosso la compagnia Le Belle Bandiere (premio Hystrio - Altre Muse  per l’attività, 2007), con sede a Russi di Romagna dove fondano un Laboratorio teatrale permanente, contribuiscono alla riapertura del Teatro Comunale e realizzano progetti come la Città del Sonno (in collaborazione con il Laboratorio, musicisti, artisti visivi, scrittori) e spettacoli - dei quali cura regia e drammaturgia - come Macbeth di Shakespeare, Hedda Gabler di Ibsen, L’Amante di Pinter (quest'ultimo con Marco Sgrosso), La locandiera di Goldoni, Antigone di Sofocle (prodotti da CTB Teatro Stabile di Brescia), Santa Giovanna dei Macelli (prodotto dal Teatro Stabile Metastasio di Prato) e Regina la Paura,  progetto partito da L’Arboreto di Mondaino, prodotto nel 2010 dal Teatro Stabile Mercadante di Napoli e trasformato ora nel ‘solo’ La paura che circuiterà nel 2011 a Milano, Bologna e Torino.  Le Belle Bandiere ha condiviso con Diablogues di Vetrano e Randisi un progetto di rilettura dei classici. ConLe smanie per la villeggiatura’ vince nel 2007 il Premio Eti - Gli olimpici per il Teatro per il migliore spettacolo dell’anno. E’ autrice di drammaturgie originali come Non sentire il male - dedicato a Eleonora Duse (registrato per la trasmissione Il terzo orecchio di Radio3 a cura di Mario Martone), Autobiografie di ignoti, Naufraghi dal Bar Calypso (produzione Sagra Malatestiana), Bambini ( con Davide Reviati e Claudio Ballestracci Santarcangelo 2003), Canti per elefanti, Juana de la Cruz o della libertà (musiche di Andrea Agostini per Ravenna Festival ), Eleonora o delle Metamorfosi (con Paolo Puppa per le Celebrazioni Dusiane a Venezia),  e, con Marco Sgrosso, Gli occhi dei matti, da L’Idiota, Le relazioni pericolose, da Laclos, Cavalieri erranti, da Cervantes, La Pazzia di Isabella, con la collaborazione alla drammaturgia di Gerardo Guccini. Cura regìe per Ravenna Festival, collaborando con Nevio Spadoni e Luigi Ceccarelli: Galla Placidia,  Francesca da Rimini e Byron e Teresa (con Chiara Muti), Le Apocalissi (con Massimo Cacciari). Nel 2010 recita in Tenebrae, opera di Adriano Guarnieri per la regia di Cristina Mazzavillani Muti.E’ stata la prima interprete italiana di Medea di Benda, progetto e direzione musicale di Manlio Benzi per il quale dirige anche Tempesta e Sogno di una notte di mezz’estate. Con Ramberto Ciammarughi realizza un progetto in musica su Dante. Collabora con Ivano Marescotti (Bagnacaval, Il migliore dei mondi possibili). Crea drammaturgie con Guido Leotta, Tratti - Mobydick e e il gruppo musicale. Ha lavorato in cinema con Raul Ruiz, Pappi Corsicato, Michele Sordillo, Massimiliano Valli e Luisa Pretolani (ciclo di film V.A.C.A. VAri Cervelli Associati). La compagnia è sostenuta dal Comune di Russi (Ravenna), dove ha sede, e dalla Regione Emilia Romagna.

 

Lucia Rizzi ha esordito giovanissima nel ruolo di Dorabella nel Così fan tutte di Mozart al teatro Comunale di Bologna sotto la direzione di Vladimir Delman. La particolare vocalità le ha permesso di affrontare il repertorio operistico e da camera sia nella tessitura di mezzosoprano che in quella di soprano (Cenerentola, Pietra di Paragone,Farnace, Oberto Conte di S.Bonifacio, Due Foscari, Attila, Falstaff, Norma, Manon Lescaut). E’ stata ospite dei maggiori teatri e società concertistiche italiani ed esteri, tra i quali: Scala di Milano, Regio di Torino, Regio di Parma, Bellini di Catania, Maggio Musicale Fiorentino, Comunali di Ferrara e Modena, La Fenice di Venezia, Carlo Felice Genova, Opernhaus Zurich, Opern Hause Bonn, Staatsoper Unter den Linden Berlin, Aldeburgh Britten Festival, NHK di Tokyo, Opera di Montecarlo, Filarmonica Scala Milano, Accademia Santa Cecilia Roma, Serate Musicali Milano, Musica Insieme Bologna, Orchestra di Padova e del Veneto, Orchestra Haydn Bolzano, Auditorium RAI di Torino, Roma e Venezia, Pomeriggi Musicali Milano, XXX Festival Spoleto, RTSI Lugano, S.G. der Musikfreunde Graz, Filarmonica Sarajevo, Minoritenkirche Vienna. Ha eseguito numerosi recitals dedicati ai diversi aspetti della vocalità da camera tedesca, italiana e francese: Unione Musicale Torino, Società dei Concerti Trieste, Amici della Musica Palermo, Associazione Scarlatti Napoli, Accademia di Francia Villa Medici Roma, Società Umanitaria Milano, 50° Concorso “F. Busoni” Bolzano, Amici della Musica Padova, Auditorium del Carmine Parma in collaborazione con A. Specchi e R. Zadra. Ha cantato sotto la direzione di: Arghiris, Aronovich, Bychkov, Campanella, Chung, De Burgos, Halffter, Minz, Muti, Simonov, Sutej, Temirkanov e con i registi: Bussotti, Carsen, De Ana, Fassini, Pizzi, Zeffirelli. Per la rivista Amadeus marzo e dicembre 2008, ha registrato i Deutsche Lieder op. 89 di Giuliani. Discografia Spohr/Giuliani "Lieder" op: 72, 41, 37, 89 Rossini "Giovanna d’Arco e Arie da Camera", "L’italiana in Algeri", "Tancredi” Pergolesi "Prigionier Superbo” Vivaldi "Farnace", “Messa RV 586” Bellini "Adelson e Salvini”.

 

 

Fabio Grasso

Diplomato in pianoforte a 17 anni con lode e menzione, in composizione, laureato in Letteratura greca antica, ha studiato con M. Barasolo, J. Micault, M. Vincenzi, M. Tipo, S. Gorli, U. Rotondi, G. Manzoni. Ha vinto i concorsi internazionali di Orléans nel 1996 (pianoforte), Buenos Aires e Marsiglia (composizione); ha tenuto recitals, masterclasses e ha avuto esecuzioni in molti prestigiosi siti europei ed americani. Ha inciso per Solstice ed Euterp, ed ha recentemente concluso l’integrale delle Sonate di Beethoven per la Società del Quartetto di Vercelli, sua città natale. È docente al Conservatorio di Venezia. Dettagli su www.fabiograsso.eu

 

L’aurore au plumage noir si avvale di un testo liberamente tratto da Hérodiade Hommage di Mallarmé, poemi ricchi di immagini simboliste la cui potenza evocativa si dispiega attraverso suggestioni cromatiche e auditive: i forti contrasti di colore sono qui rispecchiate nella varietà timbrica del pianoforte, mentre il ricordo di una voce dal passato viene fatto rivivere sia dalla voce recitante sia dal violoncello, sua proiezione musicale).

Il ciclico riapparire di immagini sonore, pur nella breve durata, genera una struttura complessiva vagamente speculare, punteggiata da reminiscenze armonico-ritmiche debussyane e raveliane.

 

 

Louis Karchin

Nato  Philadelphia, ha studiato composizione alla Eastman School  e alla Harvard University studiando con S. Adler, F Lehrdahl e L. Kirchner. Ha seguito a Tanglewood i corsi di direzione di orchestra con L. Bernestein. Dal 1989 è docente di composizione alla New York University . Ha avuto prime esecuzioni presso la Chamber Music Society del Lincoln Center, la Louisville Orchestra, l’ensemble Da Capo, l’autunno musicale di Pietroburgo, Guggenheim Museum di NYork. Pubblica le sue opere per la Peters.  Dettagli su  www.louiskarchin.com

 

Nel primo dei Deux poémes de Mallarmé (Salut) il poeta immagina se stesso a capo di una nave, nell’atto di incitare i compagni più giovani ad affrontare coraggiosamente la tempesta della creazione; in Sainte, dedicata a S. Cecilia, si invita invece all’ascolto di una musica inudibile. Il linguaggio armonico dei due brani è molto complesso e la parte pianistica con i suoi intermezzi si rivela partner significativo della voce, che pare sorgere e svilupparsi all’interno delle sonorità strumentali. Preziosità modali e raffinatezze timbriche incastonano una scrittura asciutta, attenta agli echi delle vibrazioni e all’icasticità della parola poetica.

 

Friedrich Heinrich Kern

Friedrich Heinrich Kern diplomato in pianoforte e composizione a Mannheim, dove ha studiato con R. Meister, O. Lee e U. Leyendecker, si è perfezionato grazie a borse di studio prima con A. Lucier e poi all’Università di Seoul. Autore di brani cameristici, sinfonici, lavori per il cinema e la danza, spesso ispirati da stimoli letterari o visuali, ha avuto importanti riconoscimenti ed esecuzioni negli USA (Jack String Quartet New York, Argento Ensemble. MacCracken Fellowship NY University, Talea Ensemble, Mivos Quartet, Djerassi Foundation California) e in Europa (Filarmonica di Baden-Baden, Orchestra Filarmonica Toscanini). www.musicas.nyu.edu

 

Lo sfuggente mondo sonoro di Brise marine crea dei ponti sui vuoti formali e sintattici di Mallarmé, rispecchiando l’attitudine compositiva del poeta nel sublimare semplici versi in immagini evocative, dipingendo in musica l’estrema saturazione dello stato emotivo che la poesia porta alla luce. Formalmente, un breve prologo strumentale dai colori discreti prepara la sezionei vocale coi rapidi cambiamenti d’atmosfera, il cui climax è centrato sull’idea fissa di Mallarmé della fuga dal mondo, della tensione verso un nuovo stato mentale, vissuta con ansia e frustrazione, che si dissolvono poi nell’ambiguità del finale.(FHK)

 

Letizia Michielon, veneziana, si è diplomata con lode appena sedicenne con Eugenio Bagnoli. Dopo l’esordio alla “Wiener Saal” del Mozarteum di Salisburgo, ha intrapreso giovanissima la carriera concertistica vincendo numerosi concorsi nazionali e internazionali e suonando in sale prestigiose di Europa, Canada e Stati Uniti . Ha preso parte a numerosi Festival Internazionali di Musica Contemporanea e si è esibita con importanti orchestre. Sue registrazioni sono state trasmesse dalla RAI, Radio della Svizzera Italiana, Radio Televisione di Capodistria, Radio di S. Lake City e NHK di Tokyo. Ha inciso per Aliamusica e Ars Publica. Docente di Pianoforte principale e Filosofia della Musica al Conservatorio di Trieste, si è diplomata in composizione con R. Vaglini, ricevendo esecuzioni nell’ambito di prestigiosi festival di musica contemporanea (Biennale Musica di Venezia, Ex Novo Musica, Festival di Perpignan, Festival Washington Square Ensemble- New York). Laureata con lode in Filosofia a Ca’ Foscari, si è dottarata presso l’Università di Padova e ha insegnato all’Accademia di Belle Arti di Venezia, pubblicando per Il Poligrafo e Mimesis. www.letiziamichielon.it

 

Un coup de dés. Il brano è ispirato al celebre poema di Stéphane Mallarmé la cui stratificata partitura musicale e l'intrinseca drammaturgia sono affidate alla sinergia tra la voce e il corno di bassetto, ombra e simbolo del Mistero. Il naufragio della facoltà razionale attraversa sei fasi - le sei facce del dado - e culmina nella danza bacchica che si svolge durante la cadenza del corno di bassetto. La coda - Constellation - rappresenta una siderea trasfigurazione che allude a un ipotetico orizzonte metafisico. Il materiale compositivo si avvale di frammenti tratti da opere di C. Debussy (La mer, Syrene, Ondine) e P. Boulez (Troisiéme Sonate e Dialogue de l'ombre double).

 

L’Azur. L’azzurro (il soprano vocalizzato) rappresenta il nostro orizzonte metafisico fondante attraversato dalla lotta polare tra la tensione verso la bellezza, senza la quale il poeta (voce recitante) insterilisce la propria forza creativa, e il desiderio di rifugiarsi nell’oblio della materia, per rinnegare un’ossessione che consuma e porta alla dannazione. Nè l’azzurro né il poeta possono però fare a meno l’uno dell’altro: l’azzurro, umanizzandosi, acquista la parola mentre il verso del poeta sboccia in canto, slanciandosi sospeso verso il cielo.

Il brano si avvale di frammenti tematici tratti da Scelsi (Angelus), Nono (A Pierre. Dell’azzurro silenzio), Boulez (Improvisation sur Mallarmé), J.S.Bach (Messa in si minore), Mahler (Quartetto in la minore) e Schoenberg (Verklärte Nacht). (LM)

 

Gity Razaz

Gity Razaz si è laureata in composizione alla Juilliard School di New York, dove ha studiato con R. Beaser, J. Corigliano, S. Adler. Attualmente è docente al Ramapo College of New Jersey. Ha avuto commissioni ed esecuzioni dal New York City Ballet, Amsterdam Cello Biennale, Albany Symphony Orchestra, Juilliard Orchestra, Sirius String Quartet e Arte Symphonie. Fra i premi ricevuti spiccano quello dell’International Alliance for Women in Music, Juilliard’s Palmer Dixon, ASCAP award, Brian Israel Prize, Minnesota Orchestra Composer Institute. Ha curato un programma di musica contemporanea per la WQXR emittente radiofonica specialistica newyorkese. Dettagli: www.gityrazaz.com

 

Apparition ha un punto culminante centrale, rappresentazione musicale della disorientante visione che è al centro dell’omonima poesia di Mallarmé, descrivibile come un improvviso arresto del moto e delle linee fluttuanti che caratterizzano, in un crescendo progressivo, le sezioni che precedono quel momento determinante. Nella coda che lo segue le figurazioni della parte iniziale ritornano come lontane reminiscenze.

 

Plurimo Ensemble

Gruppo in residence dell’Ateneo Veneto a formazione variabile, fondato e diretto da Letizia Michielon, l’ensemble è impegnato in produzioni sorte dalla sinergia tra strutture superiori di formazione artistica e di ricerca. Tale laboratorio interdisciplinare, fulcro di un ideale politecnico delle arti promosso dall’Ateneo Veneto per donare voce e coordinare gli spunti creativi dei talenti emergenti, definisce nel richiamo a Emilio Vedova il proprio paradigma estetico, aperto all’ integrazione con le altre discipline artistiche (poesia, arti figurative, teatro e danza) e all’intersezione dei diversi  linguaggi, volta al rinnovamento dell’evento musicale.Dopo l’inaugurazione nel 2010 con un progetto dedicato a Bruno Maderna, il gruppo ha collaborato con istituzioni prestigiose quali l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, i Conservatorio di Venezia, Milano  e Trieste, le Accademie di Belle Arti di Venezia, Roma  e di Brera, l’Università Ca’ Foscari , Juilliard School e New York University,  e celebri artisti quali Elena Bucci, Paolo Puppa, Corrado Roiac in progetti dedicati alla memoria di Sofia Gubaidulina ed Emily Dickinson, commissionando prime assolute musicali, poetiche e figurative.

 

Raffaele Bassetti nasce a Forlì nel 1981, studia presso la S.A.E. (School of Audio Engineering) di Milano nel 2001-2002 e comincia a lavorare in studio di registrazione in provincia di Forlì (Cosabeat Studio). Affianca contemporaneamente prestazioni live, sia di carattere musicale sia teatrale, per il service Amplificazioni Lombardi. Collabora con Masque Teatro nel 2004-2005; cura sonorizzazioni al Musée Rabelais, invitato da Gianni Zauli e Laurence Barthomeuf nel 2005 per “ou l'utopie rabelaisienne e nel 2007  perVoyage à l'interieur d'un géant: Rabelais médicin et écrivain”. Nel 2003, grazie a Giovanni Belvisi, effettua alcune registrazioni per il progetto “Bambini” di Elena Bucci, Davide Reviati e Claudio Ballestracci. Qui comincia la collaborazione con Elena Bucci sia nel lavoro di compagnia (Le Belle Bandiere) per le tournée di “MacBeth”, “L’Amante”, “La Locandiera”, “Regina La Paura”, ”Antigone” sia negli assoli “Non sentire il male”, “Autobiografie di Ignoti”, “Juana, o le insidie della fede”, “Sale”, “La Paura”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ivana Bukovac (1985) nasce a Krusevac ( Serbia) ; nel 2011 consegue il diploma Accademico di Secondo Livello in pittura con la lode. Tra le principali esposizioni : At Home, Opera  2011 Atelier Bevilacqua La Masa; Fondazione Spinola  Banna; Concorso Internazionale di Pittura “Dario Mulitsch”, Gorizia; Open Studios Palazzo Carminati, Venezia;“F”, workshop ai Magazzini del Sale, Venezia; Nudisegni, Fondazione Bevilacqua La Masa; Nuovi Orizzonti in Laguna, Centro Cultural Borges, Buenos Aires; Facciamo Quadrato, Accademia di Belle Arti, Venezia.

 

Pace ( Mir), tenda ricamata con i capelli

L’installazione riflette sul concetto di “Identità” messo in relazione alla memoria storica e consiste in una  tenda ricamata con nomi di persone composti dalla parola pace, in serbo Mir. Questo recondito desiderio umano rappresenta un paradosso rispetto alla situazione contemporanea dei Balcani colma di conflitti e  disordini che alludono a un permanente scontro. Attraverso i vari ricami eseguiti con capelli di diverse persone, voglio sottolineare questo forte disagio intrinseco nella memoria collettiva, manifestato attraverso una lunga serie di nomi identificativi non solo di un’individualità ma di una collettività afflitta. (IB)

 

Emanuele Gabbiato (1985)

Dopo la maturità scientifica, si laurea ì in Arti Visive e dello Spettacolo allo IUAV.

Attualmente è iscritto aò corso di pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia.

 

Risveglio

L' opera e ispirata a Herodiade e Hommage.160x140cm tecnica mista su retro di tappetino.