CONCERTO DEL 03-12-2011 – Altre biografie e presentazioni di opere figurative – cliccare sui nomi sotto alle foto

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Marco Marinoni

 

Gianantonio Rossi

 

 

 

 

Maria Elisa D’Andrea

Il giardino segreto

 

Cristiano Menchini

Selvaggia, la notte

 

Jennifer Salvadori

Greta

 

Marco Marinoni (1974) ha studiato Composizione con M. Garuti e C. Pasquotti e Musica Elettronica con A. Vidolin. È stato finalista della Internatioanl Gaudeamus Composers Competition 2002 e 2003, Prix du Trivium al Concorso di composizione elettroacustica di Bourges 2002, selezionato per il progetto What’s Next di Nuova Consonanza, Roma 2003, vincitore della call elettroacustica CEMAT e incluso nel CD Punti di Ascolto 2005, 1° Premio nei Concorsi internazionali “Iperviolino” di Genova 2007 e Città di Udine 2010. La sua musica è stata eseguita in festival come Gaudeamus, EMUFEST S. Cecilia, Traiettorie, Nuova Consonanza, Biennale di Venezia, Paganiniana, Synthése, Warsaw Autumn, Festival Contemporanea, da Irvine Arditti, Garth Knox, Rohan De Saram, Nieuw Ensemble, Zephyr Kwartet, Algoritmo Ensemble, G. Bandini, N. Baroni, Ensemble Oggimusica, Gruppo Musica Insieme, Duo Disecheis, A. Vidolin, D. Tiso, F. Prode, R. Vaglini, Orchestra del Teatro La Fenice ed è pubblicata da ArsPublica, Taukay, Auditorium e Mnemosyne.

 

Gianantonio Rossi si laurea nel 2007 a Ca' Foscari con una tesi sul Libro III d'Intavolatura per Chitarrone di J.H. Kapsberger, trascritto per chitarra (pubblicata da Armelin – PD). Nel 2009 si diploma in chitarra al Conservatorio di Venezia con una tesi sulla “Sonata Mexicana” di M. M. Ponce. Ha seguito lezioni e masterclasses con i maestri E. Leone, F. Baldissera, G. Pepicelli, A. Tallini, L.Mondiello, O. Ghiglia. Ha composto un “Quintetto Caminese” per quartetto d'archi e pianoforte; un “Tombeau (Ad Perpetuam Sergii Memoriam)” per chitarra; un “Recordare, Jesu Pie” per coro misto e organo; 4 Piccoli Pezzi per chitarra (pubblicati con ARS PUBLICA). È iscritto al corso di Composizione (M° R. Vaglini). Collabora con il “Collettivo Rituale” (performances a Pistoia, Firenze, Venezia per la Biennale Musica Contemporanea 2011), gruppo musicale che prevede la realizzazione di composizioni dell'Avanguardia musicale dell’ultimo cinquantennio.

 

Maria Elisa D’Andrea (Spilimbergo, 1971) si è laureata in Scienze dell’Educazione; ha conseguito il Diploma in Pittura all’Accademia di Belle Arti di Venezia. Tra il 2000 e il 2001 vive a New York, dove lavora come decoratrice. Ha partecipato a numerose esposizioni, tra le quali  “Frammenti del sistema solare” presso Villa Manin di Passariano (2007),  “Dall’al di là all’al di là” presso i Colonos di Villacaccia (2009), “Arte e Scienza” presso la Fondazione Guggenheim di Venezia (2010),  “Essay” presso i Magazzini del sale di Venezia (2011).

Il giardino segreto. Per rappresentare il momento della "vita", ho scelto il giardino di Emily. Ho immaginato un luogo dove la vita si manifesta come un'esplosione. Ho immaginato Emily che spia attraverso i rami del bosco e l'intrico delle erbe tutto il pullulare di un'esistenza colorata e misteriosa, dove la curiosità per l'erotismo dei fiori e degli insetti può essere soddisfatta e annotata senza disturbare ed essere disturbata. L'acquarello sarà piegato a metà, come fosse il taccuino delle annotazioni che Emily amava raccogliere nelle sue solitarie osservazioni. Il giardino come rifugio, come passaggio segreto verso un mondo altro, dove la solitudine di Emily possa mescolarsi nel caos fatto di rami, steli,  pollini, insetti, uccelli.

 

Cristiano Menchini è nato a Viareggio nel 1986. Nel 2007 consegue il diploma in Progettazione e Restauro di opere lapidee presso l’Istituto Statale d’arte Palma di Massa. Attualmente, vive e lavora a Venezia, dove  frequenta  il corso di Pittura del prof. C. Di Raco all’Accademia di Belle Arti. Unitamente alla esperienza accademica, approfondisce il proprio percorso  artistico tramite la collaborazione con  il laboratorio  di Grafica ed Incisione  “Laboratorio Aperto. Concilio Europeo  dell’arte”  di  Forte  Marghera  (Venezia),  coordinato  dal  prof.  P. Fraternali e S. Mancini. Numerose le collaborazioni di allestimenti artistici; la più recente è a luglio 2011, dove  partecipa come allestitore dell’evento collaterale della 54. Biennale  “Lo stato dell’Arte” .

Selvaggia, la notte. “Fu mai ozio come questo? / Su una sponda di pietra / crogiolarsi mentre i secoli trascorrono / nè mai alzare gli occhi – al mezzogiorno?” (E.Dickinson, 654). L’opera vuole contribuire alla evocazione di un ideale paesaggio, carico di un indefinito presagio. L’evanescenza dell’acquerello, unitamente alla scelta del bianco e nero, potrebbe  suggerire un ultimo  frammento  frammento onirico della poetessa.

 

Jennifer Salvadori, nata a Gavardo (Bs), nel 1988, ha conseguito nel 2010 la Laurea di 1o Livello in Pittura all’Accademia di Venezia. Iscritta al 2o anno del Biennio in Pittura, frequenta l’Atelier dei Prof. C. Di Raco e M. Scavezzon e i corsi di Disegno e Tecniche Extramediali di M. Pertegato e A. Grazzi. Dal 2008 partecipa ad esposizioni artistiche, workshop e attività seminariali di Pittura e Disegno, fra le quali Atelier F all’Accademia di Venezia; Documento e memoria: dell’immagine fotografica e Sul simbolismo in Pittura, a Forte Marghera; IN/Carne, disegno e grafica d’arte, a cura di E. Di Mauro, al Palazzo della Fondazione Cominelli a Cisano di San Felice del Benaco; Workshop, Laboratorio aperto di Pittura e Disegno, a cura di C. Di Raco, I. D’Agostino, D. Papa, ai Magazzini del Sale a Venezia; Grassroots, a Forte Marghera; Essai(y) ai Magazzini del Sale.

Greta. Non avessi mai visto il sole avrei sopportato l'ombra    (E. Dickinson). Amore è un essere alato e divino che appartiene alla dimensione degli Dèi invisibile ai nostri sensi mondani. L'amore e l'innamoramento svela quella dimensione amorosa. Io sguardo dell'innamorato vede l'incanto che Amore ha creato. La pittura può rappresentare quell'incanto sospeso, quella luce che trascende i contrasti mondani, fondendo ogni forma in una cangianza di toni che riflettono la virtù della bellezza, come una nebbia di luce.

 

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