CONCERTO DEL 17 APRILE 2011
Elisabetta Dessì e Francesco Giammarco hanno compiuto
insieme gran parte dei loro studi musicali e suonano in duo pianistico dal
1994. Con questa formazione, hanno affrontato un vastissimo repertorio, che
spazia dall’integrale delle Sonate di Mozart e Clementi alle più
significative composizioni dedicate al quattro mani e al duo pianistico nel
‘900. Alternano l’attività concertistica con l’insegnamento del Pianoforte al
conservatorio di musica “G.P. da Palestrina” di Cagliari (Italia). Sono stati
ospiti di importanti Istituzioni concertistiche italiane e straniere (Roma,
Torino, Como, Asolo, Firenze, Bolzano, Cagliari, Accademia Filarmonica di
Bologna, Istituto Liszt di Bologna, Festival Mozart di Rovereto, Festival
Mozart della Sassonia, Istituti Italiani di Cultura a Londra, Edimburgo
ecc.). |
Il duo dedica una particolare attenzione all’opera di
Franz Liszt, di cui ha eseguito più volte anche Via Crucis e la trascrizione
per due pianoforti della nona sinfonia di Beethoven. Recentemente è stato
invitato dal prestigioso Istituto Liszt di Bologna, il più accreditato centro
di studi lisztiano in Italia, a far parte di un selezionato numero di artisti
che l’Istituto promuove -nel 2011- presso le società concertistiche italiane e
straniere in occasione del duecentenario della nascita del grande compositore.
Nel 2001 Elisabetta Dessì e Francesco Giammarco hanno
pubblicato, per la casa discografica Rivo Alto, un CD dedicato a musiche di
Dvořák e, in prima registrazione mondiale, di MacDowell e Heinrich Hofmann.
Nel 2004, per la Phoenix Classics, hanno inciso le trascrizioni dagli oratori
Christus e S. Elisabetta e “Á la Chapelle Sixtine” di Liszt, che è stato
recensito con grandissimo favore dalle più importanti riviste musicali
italiane, tuttora unica registrazione esistente di questi brani.
In veste solistica, sempre per la Rivo Alto, Elisabetta
Dessì ha inciso le Sinfonie e i valzer per pianoforte di Donizetti e Francesco
Giammarco ha registrato le Sonate di Cherubini e un CD dedicato alle prime due Sonate
e agli Studi da concerto di Stefano Golinelli.
TESTI
VIA CRUCIS
Introduzione
– Avanzano i vessilli del re, risplende
il mistero della croce, per la quale la via si muta in morte, e la morte in
vita. Si sono compiute le parole annunciate nel salmo di Davide, sulle genti
Dio regnò da una croce. Ave o croce, unica speranza, salvezza e gloria del
mondo. In questo momento di dolore dona grazia ai giusti e lava la colpa dei
peccatori.
I. Il
sommo sacerdote lo interrogò dicendo: sei tu il Cristo? Il figlio di Dio
benedetto? Gesù rispose: “Io lo sono. E vedrete il figlio dell’uomo, seduto
alla destra della potenza, venire con le nubi dal cielo”. Allora il sommo
sacerdote, stracciandosi le vesti disse: “Di quale testimonianza abbiamo ancora
bisogno?” e tutti sentenziarono che era reo di morte.
E Gesù è
condannato a morte.
II. Dopo
averlo spogliato, gli misero addosso un manto scarlatto e, intrecciata una
corona di spine, gliela posero sul capo e gli diedero una canna da tenere con
la mano destra, poi gli si inginocchiarono davanti e lo schernirono gridando:
Salve, re dei Giudei. E, sputandogli addosso, gli strapparono la canna di mano
e presero a percuoterlo sul capo, e fecero tutto questo per molto tempo.
E Gesù
porta la croce.
III. E
Gesù disse loro: a Gerusalemme il figlio dell’uomo sarà consegnato ai sommi
sacerdoti e agli scribi, che lo condanneranno a morte e lo consegneranno ai
pagani perché sia schernito e flagellato e crocifisso, ma il terzo giorno egli
resusciterà.
E Gesù
cade per la prima volta.
IV Vicino alla croce di Gesù stavano sua Madre e
la sorella di sua madre, Maria di Cleofa e Maria Maddalena. Gesù dunque, vista
la madre e vicino a lei il discepolo che amava, disse alla madre: “Donna, ecco
tuo figlio” quindi disse al discepolo: “Ecco tua madre”.
E Gesù
incontra la sua santa madre.
V. Ho
invocato il tuo nome, o Signore, hai udito la mia voce, ti sei avvicinato
quando ti invocavo e mi hai detto, non temere. Hai difeso la mia persona, hai
riscattato la mia vita.
Simone
di Cirene aiuta Gesù a portare la croce.
VI. O
capo sanguinante e ferito, pieno di dolore e di scherno. A te, già degno di
ogni onore e vanto, circondato adesso da spine per essere deriso, io porgo il
mio saluto.
Così
Santa Veronica saluta Gesù.
VII. Ricorda
Gerusalemme i giorni della sua miseria e del suo vagare, tutti i suoi beni
preziosi del tempo antico. Ricorda quando il suo popolo cadeva per mano del
nemico e nessuno le porgeva aiuto. I suoi nemici la guardavano e ridevano della
sua rovina.
Gesù
cade per la seconda volta.
VIII.
Una gran folla lo seguiva, e le donne si battevano il petto e gridavano per il
dolore con lui, ma egli volgendosi a loro disse: “figlie di Gerusalemme, non
piangete su di me ma su voi stesse e sui vostri figli”.
E questo
disse Gesù alle donne di Gerusalemme.
IX.
Facci ritornare a te signore, e noi ritorneremo, poiché non siamo stati
rigettati per sempre, né senza limite sei sdegnato contro di noi.
E Gesù
cade per la terza volta.
X.
Presero le sue vesti e ne fecero quattro parti, una per ciascuno di loro. La
tunica era tessuta tutta d’un pezzo da cima a fondo, senza cuciture, perciò si
dissero: non stracciamola ma tiriamo a sorte, a chi debba toccare. Così si
adempiva la scrittura.
E Gesù
viene spogliato delle sue vesti.
XI. Ha
conficcato nei miei fianchi le frecce della sua faretra, sono diventato lo
scherno di ogni popolo, la loro canzone di ogni giorno, mi ha saziato con erbe
amare, mi ha dissetato con l’assenzio, mi ha spezzato con la sabbia i denti e
mi ha steso nella polvere.
E Gesù è
crocifisso.
XII. Il
pomeriggio di quel giorno, uno strano buio si fece su tutta la terra e Gesù
gridò a gran voce: Mio Dio, mio Dio, perché mi hai abbandonato? Udendo queste
parole, uno di loro corse a prendere una spugna e, imbevutala di aceto, la
fissò su una canna, e così gli diede da bere. Ma Gesù emesso un ultimo grido,
spirò.
E Gesù
muore sulla croce.
XIII.
Uno dei soldati gli colpì il fianco con la lancia, e subito ne uscì sangue e
acqua. Essi non gli spezzarono le ossa, e questo avvenne poiché si adempisse la
sacra scrittura. Nessun osso gli sarà spezzato, essi volgeranno lo sguardo a
colui che hanno trafitto.
E Gesù
viene deposto dalla croce.
XIV.
C’era un uomo di nome Giuseppe, era Nativo di Arimatea, e aspettava il regno di
Dio. Egli si presentò a Pilato e chiese il corpo di Gesù. Lo depose dalla
croce, lo avvolse in un lenzuolo e lo mise in un sepolcro scavato nella roccia,
nella quale nessuno era stato ancora sepolto. Era la vigilia della Pasqua e già
splendevano le luci del sabato. Le donne che erano venute con Gesù dalla
Galilea e videro il sepolcro e come vi era stato deposto il corpo di Gesù. Poi
se ne tornarono a casa per preparare aromi e unguenti. Il giorno del sabato
osservarono il riposo, come prescrive la legge.
E Gesù
viene sepolto.