CONCERTO DI MUSICA ELETTRONICA

IN COLLABORAZIONE CON I CONSERVATORI DI VENEZIA, TRIESTE, MILANO E PERUGIA

 

Torna a Stagione Agimus Autunno 2011

 

Auditorium Centro Candiani di Mestre, 26 novembre 2011, h.21.00

 

Letizia Michielon - Fabrizio Fiore

Geheimnis (2011)

Fabrizio Fiore, regia del suono; Nicola Buso, assistenza tecnica: Letizia Michielon, pianoforte.

Note e biografie

 

Julian Scordato

Axon (2011) per Disklavier e live electronics (versione per tracce audio digitali)

Julian Scordato, regia del suono

Note e biografia

 

Victor Nebbiolo Di Castri - Davide Gagliardi

Œuvre sans tonalité

pour six sons et quatre interprètes

Duccio De Rossi, tromba; Valeria Zane, arpa; Victor Nebbiolo Di Castri, live electronics e violino: Davide Gagliardi, live electronics e percussioni

Note e biografie

 

Angelo Benedetti - Barbara Pinchi

NonTrovoPace, per voce, elettronica ed echi lisztiani

Barbara Pinchi, voce recitante; Angelo Benedetti, regia del suono.

Note e biografie

 

Luigi Manfrin

Disappearing... in the black of fullness

Luigi Manfrin, regia del suono; Cristiano Tassinari, video.

Note e biografie

 

Francesca Bergamasco

Performance

Francesca Bergamasco, voce; Asja Grauf, flauto; Ivan Penov, live electronics (2011)

Note e biografie

 

Tiziano Bole

Multimodal Ecosystem

live electronics (2011 - prima assoluta)

Note e biografie

 

Francesca Bergamasco - Alberto Caruso - Fabrizio Fiore

Prométhée 2.0 (2011 - prima assoluta)

Francesca Bergamasco, voce; Alberto Caruso, live painting; Fabrizio Fiore, live electronics.

Note e biografie

 

 

NOTE DI SALA

 

Letizia Michielon - Fabrizio Fiore

Geheimnis (2011)

Ispirato all’ultima produzione pianistica di Liszt (Nuages gris, La lugubre Gondola I, R.W.-Venezia), il brano è concepito come una breve sigla, sintesi della ricerca sperimentale lisztiana e della sua tensione spirituale, schiusa all’ignoto e al mistero.

 

Letizia Michielon, veneziana, ha curato la propria formazione artistica con il M° E. Bagnoli, sotto la cui guida si è diplomata in pianoforte con lode, appena sedicenne, presso il Conservatorio “B.Marcello”di Venezia. Docente di Pianoforte principale e di Filosofia della Musica al Conservatorio di Trieste, parallelamente all’attività pianistica, che l’ha vista esibirsi in Europa, Canada e Stati Uniti, ha coltivato la formazione compositiva con R. Vaglini, sotto la cui guida si è diplomata nel 2008 a Venezia. Alcuni dei suoi lavori, editi da Ars Publica, sono stati eseguiti dal Quartetto Ex Novo e dall’Ensemble L’arsenale nell’ambito di prestigiosi festival di musica contemporanea (tra cui Biennale Musica di Venezia, Festival di Perpignan, Festival BKA di Berlino, Festival Paesaggi Sonori di Trento, Festival Compositori a Confronto, Festival delle Cinque Giornate di Milano e Festival di Limoux). Sue opere in prima assoluta verranno eseguite nel 2011 alla Fenice dall’Ex Novo Ensemble (nell’ambito del festival Ex Novo Musica)e a New York dal Washington Square Ensemble.

Ha seguito corsi di direzione d’orchestra con P. Bellugi, R. Rivolta, M. Summers, e approfondito gli studi compositivi nella classe di Musica Elettronica del Conservatorio di Venezia.

www.letiziamichielon.it

 

Fabrizio Fiore: v. sotto

 

Nicola Buso ottiene il diploma in Pianoforte (M. Aiello) e si laurea in Filosofia all'Università  Ca' Foscari di Venezia (relatori L. Perissinotto, L.V.Tarca). Prosegue gli studi diplomandosi in Musica Elettronica al Conservatorio Benedetto Marcello di Venezia con A. Vidolin. Ha partecipato a masterclasses di direzione d'orchestra (L. Descev) e di composizione (A. Guarnieri, H. Lachenmann, G. Ligeti). Collabora con l'Archivio Luigi Nono di Venezia; ha tenuto conferenze, pubblicato articoli, curato regie del suono, e visto eseguire proprie opere in Italia e all'estero. Fa parte dell'ensemble L'Arsenale. I suoi attuali interessi di ricerca vertono sulla prassi del live coding (intesa come teatro della scrittura), e sull'ipotesi di una ermeneutica ipertestuale.

 

 

Julian Scordato

Axon (2011) si rivolge ai limiti strumentali del pianoforte e al loro superamento, attraverso l'impiego del Disklavier - registrato su tracce audio digitali - con cui è stato possibile ottenere una polifonia fino a 32 voci, un controllo preciso delle dinamiche di ciascuna nota e l'invio di dati MIDI generati in tempo reale (realtime composition) e l'elettronica dal vivo, intesa come estensione - timbrica e contrappuntistica - aleatoria dello strumento: un'altra accezione di virtuosismo, che trae alla novità e alla pulsione, dove l'impulso è strumentale e la trasmissione acusmatica.

 

Julian Scordato compie gli studi di composizione e nuove tecnologie con lode a Venezia con C. Pasquotti e A. Vidolin. Sue opere strumentali ed elettroacustiche hanno ottenuto riconoscimenti in concorsi internazionali e sono state rappresentate in festival e rassegne tra cui La Biennale di Venezia, RomaEuropa Festival, Festival 5 Giornate Milano, Electronic Arts and Music Festival Miami, A.Gi.Mus. Venezia, EMUFest Roma, Re-new Digital Arts Copenhagen, Gaudeamus Utrecht. In qualità di compositore, interprete di live electronics, regista del suono partecipa ad eventi quali il XVII Colloquio di Informatica Musicale, World Venice Forum, Convegno La Terra Fertile, Beyond Entropy: When Energy Becomes Form, Premio Nazionale delle Arti 2011, 8th Sound and Music Computing Conference. Compone musiche per il video, per il teatro e per installazioni. È stato curatore della Rassegna dell'Arte e del Teatro indipendente di Pordenone. È membro di Arazzi Laptop Ensemble, con cui ha collaborato alla Fondazione Cini. Sue composizioni sono edite da Ars Publica e Taukay.

 

 

Victor Nebbiolo di Castri- Davide Gagliardi

Oeuvre sans tonalité

Liberamente ispirato dalla quasi omonima Bagatelle di Franz Liszt, questo brano vuole riprendere le sonorità e le caratteristiche portanti dell'opera lisztiana per stravolgerle e ricomporle verso la ricerca di nuove possibilità sonore organizzate nella casualità e dal libero arbitrio degli esecutori. Divisa in due parti, la composizione mette insieme elementi aleatori e prevedibili nella ripetitività e nella variazione di questa. La presenza dell'elettronica vuole accentuare e rielaborare non solo il singolo suono ma l'insieme della performance.

 

Davide Gagliardi studia chitarra prima alla scuola La Giustiniana di Roma con F. R. D'Ettorre, poi all'Accademia S. Godenzo fino al 2003. Nel 2002 è coinvolto in una tournée in Belgio e in Olanda dell'Ensemble l'Arpeggiata di C. Pluhar come danzatore. Collabora con la compagnia teatrale L’Uccellino Azzurro di F. Tatulli mettendo in scena Shakespeare, Cechov e molti altri. Nel 2005 frequenta l'Accademia d'Arte Drammatica di Roma; nel 2004 intraprende lo studio della batteria; dal 2006 studia percusioni con M. Carrano, M. Laguardia, A. Antico, F. Tricomi. Attualmente studia composizione ed elettronica a Venezia con C. Pasquotti e P. Zavagna. Ha composto brani per strumenti solisti e piccoli gruppi con elettronica; ha seguito masterclass di chitarra con B. B. Damario e seminari di analisi della musica contemporanea ed elettronica con A. Trudu e A. Di Scipio.

 

Victor Nebbiolo di Castri, nato a Parigi nel 1989, studia violino con D. Galoustov al Conservatorio Russo di Parigi e pianoforte al Conservatoire de la Ville de Paris. Dal 2004 prosegue gli sutdi violinistici a Venezia con M. Valmarana. Dal 2009 si dedica alla composizione, è attualmente iscritto a Venezia con C. Pasquotti. Ha preso parte a seminari e workshop tra cui Siena Jazz, Ischia musica, “Ecosistema udibile” di M. A. Di Scipio. Diplomato al liceo artistico, ha lavorato come grafico e curatore del padiglione “Planet K” alla Biennale 2009

 

Valeria Zane, nata nel 1990, diplomanda in arpa al Conservatorio di Venezia, studia con D. Colonna Romano ed Elisabetta Ghebbioni, e ha seguito masterclass con X. De Maistre e J. Liber. In qualità di prima arpa suona ad alcune produzioni  del Conservatorio in collaborazione con il Teatro la Fenice, e come solista a diversi eventi ed inaugurazioni. Nel 2009 e nel 2011 partecipa alla Biennale Musica eseguendo prime assolute con l’ensemble L’Arsenale e collaborando all’opera patchwork. Diplomata al Liceo Artistico, si dedica alla fotografia, lavorando anche per la Biennale Arte.

 

 

Angelo Benedetti- Barbara Pinchi

NonTrovoPace

Ispirato al Sonetto 104 del Petrarca, cui Liszt dedica uno splendido brano pianistico all’interno del Deuxième Année negli Années de Pèlerinage, questa rilettura elettronica si propone come una visione estetica, senza tecnicismi, in chiave moderna, di un capolavoro letterario celeberrimo, costruito su antitesi e ossimori che descrivono il palpito e i tormenti di un animo innamorato.

 

Barbara Pinchi nel 2002 pubblica la raccolta di poesie “D'Ombre” Prospettiva Editrice. Tra il 2003 e il 2004 partecipa a diversi Poetry Slam, nel 2006 a Miss Poesia Rai Futura Tv, Roma, ed è tra i finalisti del concorso Doctorclip Romapoesia. Partecipa alla Biennale del Libro d'Artista, Spoleto. Nel 2007 partecipa alla Libreria degli Inediti spazio teatrale “il Pozzo e il Pendolo” Napoli. È pubblicata sul catalogo Ulisse Associazione Fonopoli e su “Il Bazar dell'Incredibile” Midgard Edizioni. Inizia un nuovo percorso con lo spettacolo Fachearrido prodotto da BIANCOCHIAROspazioteatrale. Altre partecipazioni: Performance “Espostiquadrati” Spello; lettura scenica “I corpi diVERSI” Ariccia; letture poetiche “Duetti misti incrociati” Libreria Edison Book Store Arezzo; vincitrice Poetry Slam Biennale Marsica; finalista al Concorso BazzanoPoesia; Spazio Teatrale ONNIVORA Ponte Felcino; spettacolo teatro/danza BIANCOCHIAROspazioteatrale e ALTERDANZA.

 

Angelo Benedetti studia clarinetto al Conservatorio di Perugia dove si diploma nel 1989 e sempre al Conservatorio di Perugia consegue con L. Ceccarelli il diploma di Musica Elettronica  nel 2001 e il diploma di secondo livello nel 2009. Lavora come assistente di L. Ceccarelli e partecipa a Ravenna Festival, Festival di Sant’Arcangelo, Biennale Teatro Musica e Danza di Venezia, Festival internazionali di danza di Maracaibo e Tallin. Si dedica poi alla composizione di musica elettronica e ha al suo attivo musica per radiodrammi, collaborazioni con Radio3 Rai, musica di scena per piece teatrali, per la danza e installazioni audiovisive; suoi lavori sono stati selezionati da CEMAT e ospitati al Festival di Bourges. Ha tenuto corsi sulle nuove tecnologie applicate alla musica e un laboratorio sulla relazione tra musica e le altri arti all’Accademia di belle arti di Rimini e di Perugia. Ha insegnato varie discipline nell’ambito della musica elettronica ai Conservatori di Venezia, Perugia, e all’Istituto Musicale di Rimini.

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Luigi Manfrin

Disappearing... in the black of fullness (2011)

La composizione prende avvio dalla lettura di un celebre racconto di Poe, The island of the fay. Di questo racconto mi colpisce il percorso immaginativo condensato nel resoconto di un’esperienza vissuta in prima persona dall’anonimo protagonista. L’umanità del narratore si dissolve progressivamente in una contemplazione impersonale, fino a tramutarsi in uno stato di pura veggenza solitaria. La narrazione di Poe, infatti, procede dalla creazione di una percezione solitaria, attinente a un paesaggio naturale preumano, per approdare a una visione irreale, onirica e spettrale. Trattesi di un viaggio carico di malinconia, l’affetto principale che avvolge tutta l’atmosfera del racconto, e che sprofonda sempre più in un’oscurità profonda, penetrante e pesante. Tutto questo risuona spontaneamente nella mia immaginazione musicale, suscitando l’idea di generare con l’elettronica un paesaggio sonoro di partenza, inizialmente “luminoso, variegato e colorato”, ma che inesorabilmente si oscura divenendo sempre più materiale, torbido e pesante.Il viaggio immaginario di Poe, come è noto, culmina nell’incontro vespertino e inaspettato con un piccolo fiume e un'isola, dal carattere doppio e ambivalente: il lato occidentale aperto e luminoso, inondato dalla «cascata splendida d'oro e di porpora» del tramonto, e il lato orientale circondato dalla foresta e immerso nel clima buio e profondo dall’ombra degli alberi. L’autore si abbandona, come scrive Bachelard in L'Eau et les rêves, ad una «rêverie» creatrice che entra spontaneamente in intimità sognante con l’acqua sempre più pesante e più morta del fiume, l’elemento primario o la sostanza madre dell’immaginazione materiale del grande scrittore. L’acqua, dunque, è impregnata di tristezza e di morte e sembra inghiottire l’ombra degli alberi come prede, privandoli così della loro vita. Questo m’induce a pensare a una liquefazione progressiva del suono generale del brano, con l’emergenza improvvisa di una sorta di blocco timbrico complesso e oscillante, ora chiaro ora scuro, e che viene progressivamente filtrato in vario modo, reso così di volta in volta più fantasmatico. L’isola di Poe appare avvolta da un’atmosfera incantata, tramutandosi nella dimora immaginaria e mortifera delle fate «sopravvissute all'estinzione della loro stirpe»; in tal modo la consumazione degli alberi nell'acqua, che ne assorbe l'ombra, diviene il destino della fata «inghiottita dalla morte». Bachelard ha chiamato la lirica di Poe «poesia della materia» individuandovi la contrapposizione tra la qualità del volume e la qualità della superficie dato che le acque si fanno sempre più nere e dense. Anche il suono possiede una massa, un volume e un’ombra sonora che lo raddoppia; proprio la dinamica del racconto di Poe suggerisce di separare l’ombra dal proprio suono generatore per lasciarla inghiottire e liquefare nello sfondo sonoro che si rabbuia sempre più, mentre il generatore dell’ombra si fa sempre più spettrale. L’ultima immagine è quella visionaria di una fata su una barca che circola ciclicamente intorno all’isola passando dal lato luminoso a quello tenebroso, avvicinandosi sempre più alla morte: «…Ogni volta si faceva più esile e più larvale e indistinta, e ogni volta che penetrava nell'oscurità, da lei si staccava un'ombra più buia, sommersa da una bruma d'ombre più nere. Ma alla fine, quando il sole si spense, la Fata, ora mero spettro di se stessa, sconsolatamente entrò con la sua barca nella regione delle acque d'ebano - e che di là uscisse mai io non so dire, poiché la Tenebra scese su tutte le cose né più scorsi la sua immagine maliosa». L’immagine incantata della fata morente mi spinge all’impiego e al trattamento elettronico della voce femminile; tuttavia, accanto a queste valorizzazioni immaginative inerenti al suono, sorte dalla lettura di Poe, si aggiungono altre suggestioni legate al connubio tra l’acqua, la morte e la musica: alludo a Liszt, in particolare all’uso e alla rielaborazione elettronica di alcuni frammenti tratti da La Lugubre Gondola, un omaggio personale al grande compositore ungherese.

 

Luigi Manfrin si è diplomato a Milano con G. Zosi; si è perfezionato con F. Donatoni alla Chigiana di Siena ottenendo il Diploma d'Onore e a S. Cecilia, a Darmstadt e all’Atelier dell’Ircam presso l’Achantes. Ha avuto esecuzioni a Milano Musica, Nuove Sincronie Milano, Gaudeamus Amsterdam, Festival Cervantino, Circolo Baratelli L'Aquila, Oberdan Milano, Mantova Contemporanea, Sociétè de Musique Contemporaine Losanna, Festival 5 giornate Milano, Eterotopie Mantova, in sedi quali Hochschule München, Teatro Sibelius Helsinki, Hopetoun Alpha Aukland, Accademia d’Ungheria Roma, CAMeC La Spezia, Rive-Gauche Concerti Torino, Muziek & Kunst, Università Aveiro, BKA Berlino, Rondò 2006 e 2009 del Divertimento Ensemble Milano. Laureato in Filosofia con una tesi su Grisey, ha pubblicato articoli per De Musica a cura del Seminario Permanente di Filosofia della Musica (http://users.unimi.it/~gpiana/dm12idxrd.htm ); sue musiche sono state trasmesse da Radio3, Radio svizzera francese, ed edite da Suvini Zerboni.  Attualmente insegna al Conservatorio di Milano.

 

Cristiano Tassinari ha studiato alle Accademie di Bologna e Milano. Dopo un periodo di attività tra Mantova e Milano, si è trasferito a Berlino. Mostre personali: Lichtraum, 1st Gallery Roma; Relief Castellarquato; Fundamental Frequency Gall. Il Segno Brindisi; Mnemosyne Spazio 8, Heads Bocca Library, Milano, Opera Incisa Gall. Graffio Bologna. Collettive: Biennale Venezia; Premio Ceramica d'Arte Faenza con medaglia d’onore; Premio Cairo, CrossPainting, BeautyFarm, OttavoClima, Gall. S.Fedele, Nuovi pittori della realtà, Milano; Untitled Gallery Berlin; Artefiera, Premio delle Arti, Roma; Premio Morlotti Imbersago; Eterotopie, Giardini Valentini, Mantova; Confini Laives; Architettura del disegno SassoMarconi; Premio Campigna S. Sofia; Gemine Muse, Premio Silvestroni, Forlì; Da Tiziano a Nespolo. Primi premi: Michetti Francavilla, Concorso di Incisione Carnello Carte ad Arte, ItalianFactory Milano, Morandi Bologna, Concorso di Calcografia Gorlago; 3o premio S.Fedele Milano,

 

 

STUDENTI DEL CONSERVATORIO DI TRIESTE

 

Francesca Bergamasco

Performance

La performance audiovisuale qui ripresa ed adattata è parte di un progetto sviluppato la primavera scorsa presso la Galleria Skuc di Lubiana dal tema "Silenzio suono rumore, staticità e movimento, presenza fisica del performer e suo rapportarsi ad un mondo sempre più virtuale", ed è stata realizzata in conclusione del periodo di residenza artistica della Bergamasco presso l'IRZU, Istituto di ricerca sonora, (Lubiana). I tre musicisti provengono da background musicali molto diversi ma sono accomunati dalla ricerca sonora. Il progetto analizza e sviluppa tematiche relative al tema proposto dal progetto. Queste relazioni prendono forma attraverso un mix delle singole componenti, utilizzate in funzione del raggiungimento di diversi obiettivi nei singoli momenti della performance: lo spettatore produce il suono e la musica; con il live electronics gli strumenti tradizionali risultano estesi a nuove dimensioni acustiche; il video nella sua staticità diventa fotografia; la serie di fotografie vengono percepite come video.

 

Francesca Bergamasco nasce a Trieste nel 1974. Cantante e performer con una vasta esperienza in diversi generi musicali si forma a Trieste nella tecnica vocale e in vari seminari con nella la tecnica jazz. Attualmente frequenta il corso di Musica e Nuove Tecnologie al Conservatorio di Trieste. Interessata alle molteplici forme artistico-espressive, è impegnata nello sviluppo di progetti multimediali che si concentrano sulla connessione tra voce, suono, materiale visivo, anche a livello interattivo.

 

Asja Grauf nasce a Maribor nel 1980. Intraprende lo studio del flauto all'età di 10 anni, studia alla scuola superiore di musica di Maribor e si laurea all'Università di musica classica di Graz nel 2005. Nel 2004 studia al Conservatorio Tartini di Trieste con il progetto erasmus. Collabora con diverse realtà musicali tra cui formazioni classiche, pop ed etniche, elettroacustiche e di ricerca improvvisativa, spettacoli teatrali ed esibizioni di danza. Ha inoltre collaborato con l'orchestra sinfonica di Maribor e L'orchestra militare slovena.

 

Ivan Penov inizia la sua attività musicale con lo studio del violoncello. Dopo aver finito il liceo musicale in Macedonia, si trasferisce a Trieste dove prosegue i suoi studi di musica elettronica al Conservatorio con R. Doati, P. Pachini, P. Polotti e N. Buso. Le sue composizioni elettroacustiche e audiovisive sono state presentate a vari festival e concorsi internazionali come Bourges, Synthése, Andalusia, EMUFest e altri. Dal 2008 frequenta il Biennio Specialistico Videomusicale.

 

 

Tiziano Bole

Multimodal Ecosystem

Il termine “ecosistema” venne utilizzato dal compositore italiano Agostino Di Scipio per indicare alcuni suoi lavori per live electronics, nei quali, attraverso il computer, vengono sviluppati dei complessi sistemi capaci di auto-organizzarsi grazie alla “causalità circolare”, cioè la capacità del sistema di produrre dei suoni e di “ascoltare” il contenuto sonoro dell’ambiente, e quindi anche il suono prodotto dal sistema stesso, reagendo poi di conseguenza. Nel suo Multimodal Ecosystem Bole ha cercato un’estensione “multimodale” del concetto di ecosistema, ossia che coinvolgesse, oltre alla modalità sonora, anche la modalità visiva. In questo sistema, infatti, una webcam cattura l’immagine della stanza, tale immagine viene analizzata e va a controllare la produzione di suoni; un microfono cattura quindi i suoni dell'ambiente e fa reagire dei fari colorati, con un certo ritardo temporale. La webcam “vede” quindi la reazione dei fari, e il cerchio si chiude: questo è il cuore della “causalità circolare”, alla quale si affiancano poi meccanismi adattivi e l’apporto disturbatore del pubblico, che rendono il sistema simile a un essere vivente che reagisce all’ambiente e alle sue perturbazioni.

 

Tiziano Bole è nato nel 1985 a Trieste. Nel 2005 ha ottenuto al Conservatorio di Trieste il diploma di triennio in chitarra con il massimo dei voti e lode, e nel 2010 in Musica e Nuove Tecnologie con lo stesso voto. Attualmente sta concludendo il biennio di quest’ultima scuola. Mentre la chitarra lo impegna sia come musicista, portandolo a esibirsi in un’intensa attività concertistica, sia come insegnante, i suoi lavori in campo elettronico hanno preso spesso non solo una forma artistica, ma anche applicativa, nel campo soprattutto della pedagogia musicale. Pagina myspace: www.myspace.com/tizianobole

 

 

Francesca Bergamasco – Alberto Caruso – Fabrizio Fiore (2011 - prima assoluta)

Prométhée 2.0

Live electronics, voce e live painting si uniscono qui in un unico ed unitario atto di improvvisazione dove le figure del musicista e del pittore non si limitano alle loro normali funzioni ma contribuiscono attivamente alla realizzazione del tutto. Grazie all'uso di sensori sulla tela è possibile mappare i gesti, le pennellate, di modo da rendere questi utili al fine di manipolare il suono; si ha che l'intenzione pittorica si aggrava del valore musicale aggiunto. I diversi gesti tradotti ora in immagini saranno una fonte di ispirazione per il musicista che verrà condotto nel suo flusso di coscienza dalle forme e dai colori che appariranno sulla tela. La performance sarà dunque un continuo interplay sinestesico con feedback crossmodali, la cui risultante sarà la somma vettoriale del linguaggio musicale e pittorico.

 

Francesca Bergamasco - v. sopra

 

Alberto Caruso nasce a Gorizia nel 1983. Si diploma all'istituto d'arte Max Fabiani, indirizzo “pittura”. Si cimenta nella fotografia e consegue un diploma in grafica digitale. Espone le sue opere pittoriche in diverse mostre nel territorio Isontino. Attualmente frequenta il corso di Musica e Nuove Tecnologie al Conservatorio di Trieste. Partecipa a numerosi masterclass e seminari di musica elettronica con E. Cosimi, D. Rocchesso, A. Di Scipio, R. Doati, A. Vidolin, M. Lupone.

 

Fabrizio Fiore

ha frequentato Musicologia al DAMS di Gorizia per poi diplomarsi al Conservatorio di Trieste in Musica e Nuove Tecnologie. Ha partecipato a numerosi masterclass e seminari di musica elettronica e composizione con A. Solbiati, A. Discipio, R. Bischof, R. Doati, N. Nono, A. Vidolin, M. Lupone. Attualmente frequenta il biennio di Musica e Nuove Tecnologie, indirizzo videomusicale. Dopo un periodo di studi e attività chitarristici, si è dedicato alla produzione elettroacustica e alla videoarte, con opere per nastro, musica elettronica e strumentale, live electronics, video, musica per il video, installazioni sonore per mostre d'arte.

 

 

FOTO

 

 

 

 

Letizia Michielon

 

Julian Scordato

 

Davide Gagliardi

 

Victor Nebbiolo Di Castri

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Valeria Zane

 

Duccio De Rossi

 

Angelo Benedetti

 

Barbara Pinchi

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Luigi Manfrin

 

Cristiano Tassinari

 

Francesca Bergamasco

 

Alberto Caruso

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nicola Buso

 

Tiziano Bole

 

Asia Grauf

 

 

 

 

 

 

 

 

Ivan Penov e Fabrizio Fiore