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martedì 30 aprile 2019

Ateneo Veneto, Sala Tommaseo, ore 17.00

 

Teatro filosofico - I filosofi e l’amore

 

Spinoza: l’amore che all’amato amar perdona

 

prof.ssa Emanuela Scribano

ed Emilio Pischedda

Lettore: Fabio Strazzer

 

Lara Celeghin, violino

Musiche di J. S. Bach, D. Coppola

Opere figurative: I. Geatti. M. Segato

 

 

Nella quinta Parte dell'Etica Spinoza introduce l'amore verso Dio e l'amore di Dio verso gli uomini. Questa problematica si inserisce nella discussione sull'eternità della mente, versione spinoziana dell'immortalità dell'anima. Nella vita che si svolge nel tempo sarebbe irragionevole sperare che Dio ami gli uomini, eppure questa possibilità è contemplata nel caso dell'amore intellettuale di Dio, ovvero nel caso di una emozione che caratterizza la vita della mente fuori del tempo. In quest'ultima tesi, Spinoza raccoglie e rielabora in modo originale una tradizione filosofica e teologica svoltasi attorno al tema della vita secondo ragione e della visione beatifica, e la arricchisce di sue tesi peculiari sulle passioni.

Emanuela Scribano

 

 

PROGRAMMA

 

Johann Sebastian Bach (1685-1750)

Adagio e Fuga dalla Sonata in sol minore n. 1 per violino, BWV 1001

 

Davide Coppola

Conatus (2019, * in prima assoluta), per violino solo

 

Lara Celeghin, violino

 

 

Emanuela Scribano si è laureata in Filosofia all’Università di Firenze nel 1972. Ha insegnato presso l’Università di Firenze, l’Università di Siena e l’Università Ca’ Foscari Venezia. I suoi interessi si incentrano sulla filosofia moderna. Le prime ricerche si sono rivolte all’analisi della società (Natura umana e società competitiva. Studio su Mandeville, Milano, Feltrinelli 1980). Si è poi indirizzata allo studio della metafisica (Da Descartes a Spinoza. Percorsi della teologia razionale nel Seicento, Milano, Franco Angeli 1988; L’esistenza di Dio. Storia della prova ontologica da Descartes a Kant, Roma-Bari, Laterza 1994. Ha scritto una guida alle Meditazioni metafisiche di Cartesio (Guida alla lettura delle Meditazioni metafisiche di Descartes, Roma-Bari, Laterza 1997) e una guida all’Etica di Spinoza (Guida alla lettura dell’Etica di Spinoza, Roma-Bari 2008). Ha indagato le teorie della conoscenza sviluppate in autori medievali e riprese in autori moderni (Angeli e beati. Modelli di conoscenza da Tommaso a Spinoza, Roma-Bari 2006). Il suo studio più recente verte sulla relazione tra metafisica e fisica in Cartesio (Macchine con la mente. Fisiologia e metafisica tra Cartesio e Spinoza, Roma, Carocci 2015).

 

Luigi Emilio Pischedda (Parma, 1990) si è laureato presso l'Università degli studi di Padova con una tesi sul pensiero politico di Spinoza. Attualmente svolge un Dottorato di Ricerca Internazionale in Filosofia promosso dall'Università Ca' Foscari e l'Université Paris 1 Panthéon-Sorbonne. I suoi interessi di ricerca ruotano in torno alla questione della territorialità nel pensiero politico olandese e in quello spinoziano.

 

Fabio Strazzer nasce a Venezia nel 1989. Laureato in Filologia e letteratura italiana a Ca’ Foscari, studia Recitazione e pratica scenica alla Scuola “Giovanni Poli” del Teatro a l’Avogaria di Venezia, diplomandosi nel 2014.

Docente di lettere nelle scuole secondarie, alterna l’insegnamento con la recitazione e la musica.

 

Lara Celeghin, nata ad Aschaffenburg nel 1999 in Germania, vive a Venezia dove frequenta il 1° anno del triennio presso il conservatorio Benedetto Marcello nella classe del professor Stefano Zanchetta. Nel corso dello scambio culturale effettuato in America, nel 2015 entra a far parte dell'All State Orchestra negli Stati Uniti, selezionata fra i migliori musicisti dello stato. Ha frequentato inoltre corsi presso la rinomata “Preucill Music School” con sede in Iowa City. Tutt’ora suona in numerose orchestre giovanili e professionali attive in regione e all'estero, fra le quali l'Orchestra Giovanile Alpina, e l’Audimus, diretta dal Gioia. Oltre gli studi presso il Conservatorio, si perfeziona frequentando numerosi masterclass di fama internazionale, con docenti quali Pavel Vernikov, Svetlana Makarova, e Maria Caterina Carlini.

 

Davide Coppola, giovane compositore, arrangiatore e didatta si è diplomato in pianoforte con R. Verardi e in composizione con F. Nieder. Ha seguito masterclass e seminari di composizione tenuti da S. Sciarrino (Accademia Chigiana), I.Fedele, C. Czernowin, S. Gervasoni, A. Solbiati. Sue composizioni sono state eseguite in Italia, Austria, Slovenia, Chile e Canada. Studia direzione con M. Angius.

Rispolverando le nozioni inerenti a Baruch Spinoza e alla sua Etica, mi sono imbattuto nel termine Conatus, che il filosofo olandese descrive come lo sforzo con il quale ciascuna cosa si sforza di perseverare nel suo essere: [il conatus] non è altro che l’essenza attuale della cosa stessa. Mi sono dunque interrogato se questa visione potesse essere applicata alla musica, e più in particolare alla genesi del suono. Ho immaginato lo sforzo che un suono deve affrontare per non solo diventare ma semplicemente essere se stesso. Il viaggio di scoperta del parte dalla semplice vibrazione e dalla parvenza di rumore, evolvendosi fino a raggiungere la produzione sonora che oggi riteniamo ancora convenzionale, ovvero che consideriamo uditivamente accettabile. Non contento, ho voluto estendere l’evoluzione esasperandone la metamorfosi fino alla distorsione del suono stesso, come se nel processo genetico si arrivasse ad un inevitabile punto di rottura. La forma del pezzo segue le proporzioni auree secondo la successione di Fibonacci: ho scelto una struttura onnipresente in natura (per Spinoza quindi derivante dall’Amore di Dio) per ricreare la naturalezza e la derivazione divina della nascita del suono. Il riferimento ed omaggio a Bach, che risulterà evidente nella conclusione del brano e che ho voluto come punto di arrivo e quindi immaginaria apice (e se vogliamo ambizione) del suono stesso, si sviluppa anche in maniera sotterranea e strutturale: le altezze scelte provengono da una serie di 8 suoni derivanti dalla celebre traduzione in altezze del nome di B-A-C-H, a loro volta invertite e trasposte.

 

Isabella Geatti (Mirano 2001) ha partecipato, attraverso la scuola, ad allestimenti scenografici. Studentessa al Liceo Artistico, i suoi interessi sono orientati ad approfondire, in ambito universitario/accademico, lo studio della scenografia.

 

Martina Segato (San Donà di Piave 2001) Ama il cinema e il teatro, ha collaborato alla realizzazione di oggetti di scena per eventi musicali sul territorio. per il futuro e’ orientata a proseguire gli studi di scenografia anche in ambito universitario.

 

“Assolutamente… amore”, installazione

A partire dall’idea che Spinoza ha di Dio:  solidi che dal cubo si evolvono in una sfera; all’interno dei solidi un uomo nella sua concretezza terrena si va facendo, mano a mano, specchio del divino e tutt’uno con esso.

 

 

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