Centro Culturale Candiani di Mestre

domenica 31 gennaio 2016, ore 17.00

 

Recensione La Voce di Venezia

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Due Favole Musicali

 

Mikail Tolka e la lepre dalla coda dorata

Testo di Gemma Moldi

Musiche di Fabio Grasso

 

La storia di Renetta e Albero Rosso

Testo di Gemma Moldi

Musiche di Letizia Michielon

 

 

Alessandra Prato e Gianni Moi, voci recitanti

 

Plurimo Ensemble Junior

Paolo Favorido, direttore

 

Coro dell'Istituto Comprensivo Dante Alighieri

Cecilia Vendrasco, Maestro del Coro

 

In collaborazione con il Conservatorio B. Marcello, il Liceo Musicale e Artistico M. Polo di Venezia, l'Istituto Comprensivo M. Hack di Spinea, l'Istituto Comprensivo D. Alighieri di Venezia.

 

Interpreti

 

Mikail e la lepre dalla coda dorata

Flauti: Benedetta Campolonghi, Miryam Scifo

Clarinetti: Maria Luciani, Massimo Restifo Pecorella

Arpe: Caterina Artuso, Sofia Surian

Percussioni: Sebastiano Bergamaschi, Giovanni De Fraja

Violino: Francesco Zanchetta. Violoncello: Matteo Artuso

Coro: Barbara Ongarato, Alessia Seibezzi, Clotilde Vernier, Gaia Chiggiato, Marianna Gallo, Elena Grimani, Alice Parravicini, Benedetta Ballarin, Rebecca Masut, Matilde Milan, Marietta Gasparini, Gaia Barbirato

 

La storia di Renetta e Albero Rosso

Flauti: Elena Bernaus, Chiara Pinzan

Clarinetti: Maria Luciani, Massimo Restifo Pecorella

Arpe: Virginia Pestugia, Caterina Artuso

Violoncello: Matteo Artuso

Percussioni: Giovanni De Fraja, Sebastiano Bergamaschi

Coro: Giovanna Favorido, Lilia Torcinovich, Marta Gavagnin, Sara Mancuso, Barbara Ongarato, Alessia Seibezzi, Clotilde Vernier, Gaia Chiggiato, Marianna Gallo, Elena Grimani, Alice Parravicini, Benedetta Ballarin, Rebecca Masut, Benedetta Campolonghi, Miryam Scifo, Ruiz Matilde, Matilde Milan, Marietta Gasparini , Gaia Barbirato

 

Docenti preparatori:

Cecilia Vendrasco - Istituto Comprensivo Dante Alighieri - Flauto

Mauro Fiorin - Liceo Marco Polo - Flauto

Roberto Palma - Conservatorio B. Marcello - Clarinetto

Peter Gallo - Liceo Marco Polo - Percussioni

Alessandra Trentin - Liceo Marco Polo e Istituto Hack - Arpa

Lara Matteini - Liceo Marco Polo - Canto

Giovanni Scarpa - Liceo Marco Polo - Violino

Donatella Colombo - Liceo Marco Polo – Violoncello

Maurizio Favaretto- Liceo Artistico M. Polo- Discipline Pittoriche

 

Contributi figurativi a cura degli Studenti del Liceo Artistico M. Polo

Silvia Arrigucci, Giulia Ballarin, Giada Bergamo, Giulia Bonaventura, Marta Cafiero, Simona Cagnatel, Giorgia Caon, Lorenzo Casarin, Aurora Concolato, Marta Teresa Coppola, Dikshita Della Sala, Ivon De Pol Mandich, Camilla Digito, Maila Favaro, Ambra Fossaluzza, Sabrina Furlan, Nina Gambaro, Laura Garbin, Caterina Garbisi, Carol Gavardina, Claudia Gerotto, Daniel Giacomello, Giacomo Gobbato,  Angela Hu, Elia Lacchin Giangaspero, Giorgia Lampitelli, Nicola Luppino,  Elisabetta Malloci, Caterina Muneratti,  Chiara Padovan, Marta Parisi, Greta Paruzzolo, Verena Perlari, Patrick Piazza, Catalina Popescu, Agnese Povelato, Filippo Pradal, Leonardo Quaggio, Giulia Rigutto, Cristian Andres Rossetto, Elena Salvadori, Enrica Scarpa, Giorgia Scarpa, Sofia Secco, Mariana Sirbu, Eva Maria Vittoria Tasso, Anna Vittoria Teso, Beatrice Valeri, Beatrice Vallerugo Rossello, Beatrce Vergerio, Letizia Vian, Sophia Voltolina

 

 

Presentazione

 

MIKAIL TOLKA E LA LEPRE DALLA CODA DORATA

 

La vita in un villaggio coperto dalla neve per la maggior parte dell'anno non è poi così male. Le sfumature di bianco, di grigio e di azzurro sono infinite, l'aria è trasparente e pulita ed è sempre bello ritrovarsi nelle case. Una corrente d'acqua sotterranea dà loro calore e gli abitanti hanno sviluppato un ottimo carattere. Quando poi Holod, il grande mago del gelo, si ritira per un breve periodo verso Nord, arriva la regina delle brezze tiepide Gaiaci e si può andare alla fiera.

Tutto potrebbe continuare così se non fosse per Mikail Tolka il bambino che un giorno prende in braccio una lepre ferita anche se ha la coda dorata e quindi è riservata ai lupi di Holod. Basta questo gesto a scatenare una lotta furibonda tra il mago, Gaiaci e i loro aiutanti. Il cielo si colora di azzurri e di rossi ma alla fine Mikail e la lepre sono salvi. 

La fiaba riprende i temi tipici della tradizione favolistica russa, il ruolo caratteristico di alcuni animali e i sentimenti legati alle avversità e ai forti contrasti che il clima impone. Nello stesso tempo mette in luce quanto di speciale possa esistere per colori e sonorità in un simile ambiente ma anche per coraggio, come  quello di cui è capace Mikail Tolka. Il suo cognome del resto riprende la parola только che significa singolo, unico.

Gemma Moldi

 

La colonna portante delle musiche di scena è una suite di brani autonomi, con rotazione ragionata dell'organico, detti Jugendblätter, in omaggio alla terminologia schumanniana associata ai pezzi "per la gioventù". Ad essi si alternano sezioni di sostegno alla recitazione.

L'approccio compositivo antidescrittivista mira a creare una contronarrazione musicale, oniricamente dialettica rispetto a quella parlata. Le manipolazioni temporali del testo (accelerazioni e dilatazioni della declamazione, anticipazioni e riprese) puntano a far emergere spunti latenti, sottesi al dato favolistico di superficie. in primis la tematica del surriscaldamento del pianeta (fra l'altro in qualche modo preconizzata da alcune visionarie teorie care a Skrjabin) e dello scioglimento dei ghiacci, esplicitamente dichiarata nello Jugendblatt di chiusura.

Il materiale musicale, in sintonia con l'ambientazione, è punteggiato di velate reminiscenze di Prokofiev, Strawinsky, Rimsky Korsakov, Skrjabin, ma allude anche all'idea ligetiana di "illusionismo sonoro" e allo schubertiano Winterreise, il tutto nel contesto di un linguaggio che cerca di introdurre giovani strumentisti al mondo della cameristica moderna e contemporanea, attribuendo alla scrittura aleatoria un ruolo di particolare rilievo. Alla poetica schumanniana fa riferimento la scelta di alcuni titoli e dei testi per il coro: una coppia di versi di Rückert tratti dallo "Jugendlied" schumanniano Schneeglöckchen, e, per il brano conclusivo, frammenti riadattati di versi dedicati a paesaggi montani dal Manfred di Byron.

Fabio Grasso

 

SOMMARIO

 

PROLOGO recitato

A - Il Mago Holod

B - Gli abitanti del villaggio

 

C - Jugendblatt n. 1, Chionómelos: Flauto, Arpa, Violino

 

D - La regina Gaiaci

 

E - Jugendblatt n. 2, Exhalation de la Terre: Clarinietto, Violino, Violoncello

 

F - Mikail

 

G - Jugendblatt n. 3, Évocation rituelle: Tutti e Coro

 

H - Inizio di primavera

 

I - Jugendblatt n. 4, Wintertraum: Arpe

 

J - La partenza

K - La lepre dalla coda dorata

 

L - Jugendblatt n. 5, TiergesprächChelonolagós”, Omaggio a Esopo: Flauti, Clarinetti, Percussioni

 

M - I festeggiamenti e il ritorno

 

N - Jugendblatt n. 6, Russische Kinderszene: Tutti escluse Perc. e Coro

 

O - La tormenta

 

P - Jugendblatt n. 7, BaumgesprächAn den Zauberlehrling”: Flauto, Clarinetto, Arpa, Percussioni, Violoncello

 

Q - L’orsa

R - La marcia dei lupi e degli orsi

S - Finale

 

T - Jugendblatt n. 8, Piccolo Requiem per un ghiacciaio: Tutti e Coro

  

 

LA STORIA DI RENETTA E ALBERO ROSSO

 

La Storia di Renetta e Albero Rosso s’ispira alla ricerca del pittore olandese verso l'astrattismo e, come tutte le fiabe, riprende i temi del viaggio di rinascita e del superamento delle paure. La protagonista è una bambina che sa ancora stupirsi per la fioritura dei meli in primavera e che sente tanto forte il legame con la natura da intraprendere, unica nel suo villaggio, un lungo viaggio verso il grande Albero Rosso, origine di tutti gli alberi del mondo. Nel donare a Renetta la soluzione al problema per cui era stato cercato, il grande albero si frantuma nell'aria e vi resta per un po' sospeso, come in quadro di Mondrian, quasi a mostrare in che cosa consista la sua essenza. Poi si dissolve e al suo posto Renetta vede un albero nuovo, promessa di una nuova vita, e migliore. La rappresentazione di questa fiaba nasce da una bella collaborazione tra docenti e studenti di diversa provenienza e formazione che hanno accettato di impegnarsi in un'impresa complessa quale può essere l'integrazione tra il testo narrativo, la musica (nelle sue componenti strumentali e vocali) e gli elementi scenografici.

Gemma Moldi

 

La musica

La favola musicale fa parte di un più ampio ciclo compositivo dedicato a Mondrian comprendente brani cameristici e solistici i cui temi sono tutti derivati da due intervalli basilari: quello di seconda e quello di sesta. Questi due spazi intervallari vengono simbolicamente a rappresentare rispettivamente i principi fondanti del mondo pittorico di Mondrian, quello dell’orizzontalità e quello della verticalità, e restituiscono anche dal punto di vista visivo l’intuizione delle celebri croci con intersezioni perpendicolari che caratterizzano la produzione matura del pittore olandese. La favola, pensata per un organico cameristico a coppie, con coro e voce narrante che spazia anche al canto, si articola in quattro quadri che corrispondono ai quattro momenti salienti della vicenda formativa di Renetta: la vita nel suo villaggio e la passione della bambina per la natura; il dramma della morte dei meli e l’esodo degli abitanti del villaggio, cui la protagonista non aderisce; l’avventura nel cuore del pozzo, ove conosce Eco che le rivela un cammino iniziatico da intraprendere per vincere le proprie paure e la conduce a stringere legami affettivi con nuovi amici, portatori di nuovi valori; infine la conoscenza di Albero Rosso che segna la svolta della sua vita e ridona la felicità all’intero villaggio. Il linguaggio armonico è fondamentalmente tonale ma si utilizzano effettismi che aiutano a scoprire gli strumenti tradizionali sotto nuovi aspetti timbrici, avviando alla conoscenza di notazioni contemporanee. Alcuni degli strumenti sono identificati con i personaggi chiave della vicenda: le due lucciole, simbolo dell’immaginazione e della creatività, sono rappresentate dai due flauti; il clarinetto secondo, che agisce in parte fuori campo, incarna invece la figura di Eco, deus ex machina della favola; il violoncello, che entra significativamente solo nel quadro quarto, evoca invece l’albero rosso. Il coro di voci bianche non solo commenta la storia ma alle volte interviene anche attivamente nella drammaturgia collaborando ad arricchire con nuovi suoni la scrittura musicale. Le percussioni, sempre molto ariose, trapuntano la scrittura e la impreziosiscono con effetti a tratti onomatopeici grazie all’uso di un rumorismo evocativo.

Letizia Michielon

 

Biglietti

Studenti fino a 30 anni: 1 euro

Soci Agimus, Amici della Fenice, Ateneo Veneto, ACIT Venezia, COOP, Candiani; residenti; over 65: 5 euro (ridotto).Intero: 10 euro