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Incontri di Musica e Filosofia  

 

Ateneo Veneto martedì 14 aprile 2015, ore 17.30

 

La sinestesia in Skrjabin come porta dell'estasi

 

Relatori: Sara Zurletti, Santi Calabrò

 

Musiche di Aleksandr Skrjabin

Santi Calabrò, pianoforte

 

 

PROGRAMMA

 

Aleksandr Skrjabin (1872-1915)

 

Sonata n. 1 in fa minore op. 6

Allegro con fuoco

Adagio

Presto

Funebre

 

Sonata n. 2 in do diesis minore op. 19

Andante

Presto

 

Sonata n. 3 in fa diesis minore op. 23

Drammatico

Allegretto

Andante / Presto con fuoco

 

Sonata n. 4 in fa diesis maggiore o. 30

Andante

Prestissimo volando

 

Santi Calabrò, pianoforte

 

 

Sara Zurletti ha insegnato Teoria dell’interpretazione musicale all’Università di Paris 8 nel 2002, dal 2004 al 2010 Estetica musicale all’Università Suor Orsola Benincasa e nel 2011 Educazione musicale all’Università di Salerno. Ha insegnato inoltre nei Conservatori di Taranto, Trapani, Vibo Valentia e Messina; attualmente è docente di Storia della musica al Conservatorio di Reggio Calabria. Ha conseguito l’abilitazione a Professore Associato di Estetica, e due abilitazioni (Filosofia e Musica) per i posti di Maître de conférences nell’Università francese. Ha pubblicato Il concetto di materiale musicale in Th. W. Adorno (Il Mulino, Bologna 2006) e Le dodici note del diavolo. Ideologia, struttura e musica nel Doctor Faustus di Th. Mann (Bibliopolis, Napoli 2011), oltre a numerosi saggi in riviste italiane e straniere. È regolarmente invitata a convegni internazionali. Ha curato i volumi di atti Adorno 1903-2003. Una Ragione per la musica (Cuen, Napoli 2004) e Don Giovanni, il dissoluto impunito. Mozart 1756-2006 (Cuen, Napoli 2006). Dal 2012 dirige la parte italiana del Progetto di ricerca internazionale «Enciclopedia de Estética y Filosofia de la Musica Francisco Salinas», promossa dall’Università di Salamanca. È critico musicale di Amadeus.

 

Santi Calabrò, nato a Messina, ha studiato al Conservatorio "A. Corelli" della sua città sotto la guida del Maestro Vittorio Trovato, diplomandosi in pianoforte con il massimo dei voti, la lode e la menzione d'onore. Ha frequentato corsi e lezioni di perfezionamento con i Maestri Giuseppe La Licata, Daniel Rivera, Pierluigi Camicia, Todor Petrov, Maria Regina Seidlhofer, Sonia Pahor. Ha seguito studi di composizione ed è diplomato anche in Didattica della Musica. Si è laureato in Lettere Moderne, con il massimo dei voti e la lode, presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Messina. Agli studi ha precocemente affiancato l'attività concertistica, suonando per prestigiose istituzioni sia da solista che in formazioni da camera, e riscuotendo sempre unanimi consensi. È risultato vincitore di premi in concorsi pianistici nazionali e internazionali. Nelle ultime stagioni ha eseguito con successo, fra l'altro, il Primo Concerto di Tschaikowsky con la Filarmonica di Stato “D. Lipatti” di Satu Mare, il Triplo Concerto di Beethoven a Taranto con l’Orchestra della Magna Grecia, il Concerto op. 15 di Beethoven a Kiev con l’Orchestra Nazionale Ucraina, il Concerto op. 15 di Brahms al Teatro Vittorio Emanuele di Messina con l’Orchestra Filarmonica di Bacãu, il Concerto op. 37 di Beethoven con l’Orchestra di Shumen (Bulgaria). Fra i recital recenti, si segnalano quelli tenuti in varie città italiane (Napoli, Cagliari, Taranto, Sassari, Messina, Fasano, Lecce, Noto, Bologna, Roma, Trapani, Milazzo). Nell’aprile 2013 ha dato la prima esecuzione assoluta delle Variazioni su tema di Schumann di Mario Guido Scappucci per la stagione dell’Accademia Filarmonica di Messina. Tiene concerti-conferenza per istituzioni concertistiche e Università ed è invitato a convegni musicologici. Critico musicale della Gazzetta del Sud per circa dieci anni, è ora collaboratore di Amadeus e di riviste di critica musicale on line. Ha redatto numerosi saggi per libretti e programmi di sala del Teatro S. Carlo di Napoli, del Teatro di Messina e per altre istituzioni. Pubblica articoli musicologici su riviste specializzate ed è autore di saggi per volumi collettanei. Suona applicando i principi del suo Tecnica del dito preparato (Edizioni Leonida, Reggio Calabria 2007), un metodo per pianoforte di impianto e concezione del tutto innovativi. Vincitore di concorso nazionale, insegna attualmente presso il Conservatorio di Messina.

 

La musica di Skrjabin, di cui quest’anno ricorre il centenario dalla morte, è una delle incarnazioni più interessanti dell’estetica fin de siècle. Da un lato, infatti, si ritrova nell’autore del Prometeo l’attribuzione alla musica di un carattere profetico e messianico (come era stato già per i primi Romantici e come sarà anche, negli stessi anni di Skrjabin, per Ernst Bloch con Lo spirito dell’utopia). Dall’altro, lo stesso appello utopico diventa, con uno scambio d’oggetto tipico dell’arte decadente, anche un annuncio di piacere (come nel Fuoco di D’Annunzio, come nel Ritratto di Dorian Grey di Oscar Wilde). La garanzia che l’arte possa tenere fede a tale assunto sta nella “sinestesia”: quel potenziamento dei mezzi dell'arte - la traducibilità di uno stimolo sonoro in uno tattile, visivo o olfattivo - indispensabile a favorire l'avvento dell'utopia redentiva, con la fondazione di una nuova comunità umana fraternamente unita.

I due lati dell’arte di Skrjabin - l’utopia redentiva e l’appello al piacere - si ritrovano anche nelle Sonate per pianoforte. Le dieci Sonate formano un corpus unitario, nel senso che sono legate fra loro da una logica di progresso e di ricerca, un po' come succede per quelle di Beethoven; e come per Beethoven, anche le Sonate per pianoforte del Russo costituiscono una sorta di diario intimo, di romanzo autobiografico in un’epoca arroventata e artisticamente splendida.

 

 

Info: musicafoscari@unive.it

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